Maxi-sequestro di olio: requisite 46 tonnellate per un valore di oltre 350.000 euro

Su tutto il territorio nazionale, in un mese, sono state ispezionate 105 aziende, di cui 46 irregolari per violazioni di natura penale e amministrativa, che hanno portato al sequestro di 46 tonnellate di olio extravergine di oliva privo dei requisiti di sicurezza alimentare: 28 tonnellate per reati penali, in particolare per la vendita di oli dichiarati ‘falsamente’ extravergine di oliva o bio (con la denuncia dei titolari delle due aziende) e 18 tonnellate in particolare per la mancata tracciabilità, per oltre 350.000 euro (352.832,50 euro nel dettaglio). Gli illeciti più gravi sono stati riscontrati per frode nell’esercizio del commercio, mancata tracciabilità e assenza di documentazione prevista per la commercializzazione.
Sono questi i principali risultati della “Campagna di Controllo Oleario 2018” condotta dai 5 Reparti dei Carabinieri Tutela Agroalimentare (RAC) di Torino, Parma, Roma, Salerno e Messina, con il supporto dei Gruppi Carabinieri Forestali, effettuati dal 15 ottobre al 15 novembre presso frantoi e aziende olearie, presentati questa mattina a Roma.
“La mancata tracciabilità e’ il punto dolente – sottolinea il Comandante dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, Colonnello Luigi Cortellessa – tracciabilità che rappresenta il principio fondamentale di questo settore. A livello territoriale” Cortellessa ribadisce che “le irregolarità sono equamente distribuite su tutto il territorio nazionale come la qualità dell’olio”. “I risultati dei controlli – conclude – ci raccontano un quadro comunque rassicurante, un settore di eccellenza di cui la regolarità di svolgimento può essere, generalmente, affermata”.

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