Una partita complicata!

È diventata una questione politica, la sfida della “Supercoppa Italiana” di calcio, tra Juventus e Milan, che si giocherà mercoledì 16 gennaio a Gedda, in Arabia Saudita.
La polemica è scoppiata subito dopo la notizia che, venduti già 50.000 biglietti, alcuni settori del “King Abdullah Sports City Stadium” saranno riservati solo agli uomini. I posti più vicini al terreno di gioco, infatti, saranno interdetti alle donne, che potranno assistere alla partita solo nella zone destinate alle famiglie e a quelle non accompagnate.
In Italia si è subito scatenata una “querelle” politica che, incredibile a dirsi, ha unito destra e sinistra, governo e opposizione. Il Vicepremier Matteo Salvini ha commentato che “il fatto che la “Supercoppa Italiana” si giochi in un Paese islamico, dove le donne non possono andare allo stadio se non sono accompagnate dagli uomini, è una tristezza, è una schifezza”. E ha aggiunto: “Io quella partita non la guardo!”.
Sulla stessa linea di pensiero, sorprendentemente visti i precedenti, l’ex Presidente della Camera, Laura Boldrini: “I Signori del calcio vendano pure i diritti delle partite, ma non si permettano di barattare i diritti delle donne!”, ha twittato. Critiche anche dal PD e da M5S, con il Sottosegretario per le Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora, che ha espresso il “più vivo disaccordo” sul fatto di giocare in uno stadio, in cui le donne potranno assistere alla gara “segregate in appositi recinti”.
Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, una delle più accanite, ha chiesto di spostare la Supercoppa “in una nazione che non discrimina le nostre donne e i nostri valori”.
Il Presidente della Lega Calcio di Serie A, Gaetano Micciché, ha replicato assicurando che “le donne potranno entrare da sole alla partita, senza nessun accompagnatore uomo, come scritto erroneamente da chi vuole strumentalizzare la questione”. “La nostra Supercoppa”, ha aggiunto, “sarà ricordata dalla storia come la prima competizione ufficiale internazionale a cui le donne saudite potranno assistere dal vivo”.
Micciché ha, inoltre, sottolineato che la decisione di giocare a Gedda è stata “in linea con le scelte dell’Italia (che ha goduto di un interscambio, con Riad, pari a quasi sei miliardi di euro, nei primi nove mesi del 2018). Non dimentichiamoci che la “Supercoppa Italiana, fin dal 1993, è stato il biglietto da visita per esportare e promuovere il calcio italiano in Paesi come Cina, Libia e Qatar”, ha ribadito il Presidente della Lega.
Come si ricorderà, soltanto dal gennaio del 2018 le donne possono assistere agli eventi sportivi in tre stadi del regno arabo, dove il principe ereditario Mohammed bin Salman ha avviato una graduale apertura ai diritti femminili, tra cui quello di guidare. Restano, altresì, accese polemiche su molte “limitazioni dei diritti umani”, soprattutto dopo l’uccisione del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, nel Consolato saudita ad Istanbul, lo scorso 2 ottobre.
L’Ambasciata di Riad ha comunque puntualizzato che: “Le donne in Arabia Saudita potranno andare allo stadio da sole”, negando, quindi, che le donne potranno assistere al match, solo se accompagnate dagli uomini.
Il “King Abdullah International Stadium” di Gedda, la struttura scelta per ospitare il 16 gennaio la finale della Supercoppa Italiana tra Juventus e Milan, è il secondo stadio più grande in tutta l’Arabia Saudita e può contenere 62.241 spettatori.
Chi vuole acquistare il biglietto (un solo ticket a testa) dovrà prima richiedere il visto e poi scegliere la categoria del posto, tra il settore “uomini soli” e il settore “famiglie”. In quest’ultima fetta di stadio potranno sedersi le donne.
Il comunicato della Lega lo specifica chiaramente: i settori indicati come “singles”, sono riservati ai soli uomini. E allora?!

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post