Ritorna Libreremo
Dal grembo dei centri sociali partenopei, il 26 marzo 2007 nasce Libreremo, un portale di diffusione e condivisione culturale tramite la digitalizzazione dei libri utilizzati nelle università italiane. I creatori lo definiscono un “progetto politico-culturale aperto e autogestito”, trattandosi di una lotta contro la privatizzazione intellettuale e verso la liberalizzazione della conoscenza, senza limiti d’accesso. Questi, difatti, in vesti di economia ristretta, risultano essere uno sbarramento per chi ha sete di cultura ma impossibilità nell’accedervi; ciò va contro il diritto all’istruzione che è di tutti. In questo senso, il copyright è considerato una sorta di barriera che
include le logiche del mercato. Negli ultimi mesi, Libreremo torna a farsi sentire con sempre maggiore partecipazione da parte di chi condivide idee e libri. Muniti di scanner e software peer2peer, o semplicemente portando i propri testi presso l’aula autogestita di Palazzo Giusso (una delle sedi dell’Orientale di Napoli), si può contribuire alla circolazione del materiale. I promotori tengono a precisare che non si tratta di azioni illegali, ma di “resistenza” volta ad attirare l’ attenzione sul problema dei costi universitari (tasse, testi, trasporti, pigioni per chi è fuori sede, etc) che escludono alcuni (anzi, parecchi!) ed enfatizzano gli interessi aziendali celati nella proprietà intellettuale. Un’azione del genere rischia, ovviamente, di attirare denunce piuttosto che soluzioni; senza negare il buon odore che si sente entrando in una sede Feltrinelli, Mondadori, o in una semplice libreria del corso. Tuttavia, esistono ovvie ragioni a sostegno: per i testi che non vengono ristampati dalle case editrici, testi rari e difficilmente reperibili, o pezzi di capitoli agglomerati in dispense dai docenti, l’iniziativa di Libreremo va sostenuta per il Diritto allo Studio e l’Accesso alla Cultura oltre ogni logica del profitto. Ma, per il resto, non cerchiamo di annientare le case editrici e quei geni di scrittori che ci sono rimasti. Vi invito a visitare il sito www.libreremo.org