La Camaiola, un vino brigante
Non è più tanto sotterraneo quel Fuoco del Sud che arde, alimentato da centinaia di movimenti e associazioni, tra la cronaca delle sue storie censurate ed il conforme pregiudizio dei media nazionali. Non è sotterraneo se la toponomastica va cambiando in molti paesi, e a San Giorgio a Cremano, qualche giorno fa, piazza Vittorio Emanuele II diventa piazza Carlo di Borbone. Non è sotterraneo se sempre più persone si riappropriano con successo, frammento dopo frammento, di pezzi di storia e cultura millenaria.
E così a Castelvenere, Città europea del vino 2019 nella valle telesina, recenti ricerche evidenziano cronologia e motivazioni di un equivoco durato oltre un secolo, quello che ha permesso di chiamare col nome di Barbera del Sannio un vitigno coltivato da secoli sulle colline di Castelvenere, la Camaiola.
Il suo nome era scomparso a partire dai primi anni del ‘900 proprio in coincidenza dell’inizio della grande emigrazione verso il Nord America, quando a partire erano soprattutto i piccoli proprietari terrieri che con le loro rimesse compravano casa o terreno in patria. Scomparve proprio quando incominciò ad affermarsi il Barbera che all’epoca era il vino più famoso del mondo. Una storia di colonizzazione.
La Camaiola è ora riconosciuta con il suo vero nome grazie a una viticultura di qualità, e si fa apprezzare per la sua modernità in quanto si adatta bene al gusto della società contemporanea, stanca dei vini troppo strutturati e che si orienta verso pasti che prediligono il mare e l’orto tipicamente mediterranei. Si sposa ottimamente però anche con la Scarpella, una prelibatezza della cucina locale, preparata con la pasta condita con l’olio, alla quale viene aggiunta salsiccia formaggio e uova, e poi cucinata al forno.
Questo vino rosso, intenso, di quelli che tingono per l’intensità, è profondamente radicato e circoscritto al suo territorio, è un vino brigante che in tempi dove sembra valere solo l’apparenza, si riappropria della storia e la riscrive, facendo contare le sue verità. Una controstoria.