Intervista al Dott. Michele Merola su impianto per la produzione di Asfalto

Si stanno formando a Vitulazio i soliti “capannelli” perché i cittadini sono preoccupati circa la possibilità dell’apertura di un impianto per la produzione di asfalto. Abbiamo chiesto al Dott. Michele Merola cosa c’è di vero e quali le eventuali preoccupazioni.
F.F.: Incontriamo oggi per parlare di ambiente il Biochimico Michele Merola esponente provinciale dei Verdi e membro dell’Associazione Medici per l’Ambiente di Caserta, nonchè della Consulta Comunale Ambiente e Territorio di Vitulazio, Dott. Merola in queste settimane si sono ricorse strane voci a Vitulazio circa la possibilità prossima ventura dell’apertura di un impianto per la produzione di Asfalto, ci può dire qualcosa in più?
M.M. Allora diciamo subito che non esiste al momento nessun progetto presso lo Sportello Unico Attività Produttive di Vitulazio che attesti tale eventualità, però non posso negare che le voci sono insistenti e che anche un quotidiano locale è intervenuto sulla questione.
F.F. Ma cosa sono questi impianti e cosa trattano?
M.M. Questi impianti innanzitutto sono classificati dalla normativa vigente come Insalubri di prima classe, in parole povere Impianti altamente inquinanti e con un impatto ambientale notevole, sono deputati alla produzione di conglomerati bituminosi o comunemente detto bitume che è un residuo della raffinazione del petrolio che mescolato ad inerti da luogo al più conosciuto asfalto per la pavimentazione stradale.
F.F. Posso chiederle il reale pericolo per la comunità locale?
M.M. Guardi innanzitutto sono impianti di notevole dimensioni con altezza non inferiore ai 10 metri e con camini di 20-25 metri e hanno bisogno di superfici ampie per lo stoccaggio delle materie prime, in genere possono variare tra i 5 e i 10 mila metri quadri, questi impianti oltre ad esporre i lavoratori a molti rischi per la presenza di numerosi agenti chimici , hanno un forte impatto ambientale sul territorio sulla popolazione locale.
F.F. Quando parlavo di pericoli per la comunità locale parlavo di inquinamento, quanto inquinano questi impianti?
M.M . allora guardi l’impatto più significativo di questi impianti sono le emissioni nell’aria di inquinanti chimici, il bitume per essere reso fluido ha bisogno di alte temperature superiori ai 150 gradi e i suoi fumi sono considerati dal NIOSH degli USA come potenziali cancerogeni, poi ci sono le polveri sottili PM 10 e PM 2,5 o più comunemente chiamate polveri sottili, le quali più piccole sono e più hanno possibilità di creare danni alla salute dei cittadini, abbiamo infine gli IPA, idrocarburi policiclici aromatici che sono un gruppo di 300 composti chimici la maggior parte dei quali considerati e riconosciti dall’unione europea come sicuri cancerogeni.
F.F. dott Merola molti però sostengono che opporsi a tutto significa poi non fare più nulla, è vero?
M.M: veda noi desideriamo solamente un mondo pulito, vogliamo semplicemente che la si smetta di inquinare, sopratutto quando l’inquinamento è fonte di disagio per alcuni e fonte di profitto per altri, anche nel campo di cui abbiamo parlato ci sono alternative all’attuale produzione di asfalto, la natura ci da tutto quello che ci serve per non violentarla ma noi in questi decenni l’abbiamo offesa, vilipesa, violentata continuamente e la sua ribellione è in atto, il cambiamento climatico è solo la prima tappa di questa ribellione.
F.F. Nel ringraziarla le do appuntamento per un’altra puntata sull’argomento.
M.M. Sono io che ringrazio lei per la gentile ospitalità e sono sicuro che dell’argomento se ne parlerà ancora a lungo

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