Carabiniere si spara in macchina: è il 25esimo suicidio tra tutte le forze dell’ordine nel 2019

E’ successo ancora: un nuovo suicidio tra le forze dell’Ordine.
Oramai sembra non passar settimana senza che ci si trovi a scrivere, con cadenza drammaticamente regolare, notizie sulla decisione porre fine alla propria vita da parte di appartenenti alle Forze dell’Ordine.
Appena una decina di giorni fa infatti annunciavamo il suicidio di un’agente della Polizia Locale di Milano, una poliziotta molto stimata e conosciuta nella sua amministrazione.
Apprendiamo da un sito del settore, infodifesa, che in queste ore in provincia di Pistoia, Marliana, sarebbe stato ritrovato il corpo senza vita ai bordi di un’auto, un 48enne, Appuntato Scelto in servizio presso la Stazione Forestale di Pistoia. L’auto si trovava in zona boschiva.
L’appuntato era sposato, lascia moglie e un figlio di 20 anni.
Solo poche ore fa riportavamo la notizia del suicidio, ad ACERRA, di un ex appartenente alla Polizia di Stato, in pensione, che ha deciso di togliersi la vita ad appena 52 anni. In quel caso, ci siamo chiesti se potesse esserci correlazione tra lo stato psicofisico e il mestiere.
E’ una strage quella che andiamo raccontando oramai da anni. Neanche un mese fa a Perugia un collega, anche in quel caso proveniente dal ruolo forestale, si era tolto la vita impiccandosi.
Resta sempre il dubbio: quale correlazione tra la scelta di farla finita e il lavoro?
E’ davvero un fenomeno imprevedibile? La durezza dello stesso ambito lavorativo può favorire malesseri purtroppo sempre sottaciuti spesso a causa del timore, da parte degli stessi appartenenti, di ritrovarsi da un giorno all’altro considerati non idonei al servizio e dunque vedere messa a rischia la principale ed unica fonte di sostentamento per se ed eventuale famiglia.

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