L’antica città di Cales: si muove, davvero, qualcosa?
La professoressa architetto Emma Buondonno, accademico dell’Università “Federico II” di Napoli, recentemente ha illustrato la cooperazione scientifica tra l’INGVAs, il Policlinico di Bari e il DIARC di Napoli avviata per le indagini sul sito archeologico di Calvi Risorta nell’ambito degli “Studi integrati e progettazione per la protezione e la valorizzazione dei siti culturali nell’Italia meridionale. Interazioni tra ambiente naturale, reperti archeologici e attività antropiche”. La professoressa Buondonno nell’illustrare il lavoro predisposto ha affermato che l’antica città di Cales, attuale Calvi Risorta in Provincia di Caserta, costituiva l’avamposto di Roma in età imperiale in Campania e verso il porto di Puteoli per gli scambi con i paesi che si affacciavano sulle coste del Mar Mediterraneo.
A testimoniare l’importanza di Cales rimangono imponenti monumenti come il Teatro, l’Anfiteatro, le Terme e il Foro a valle della Via Consolare Casilina e la Cattedrale di San Casto e il Castello medievale a monte. Le ripide scarpate incise dai torrenti e dai ruscelli che provenivano dalle vette del sistema del Monte Maggiore tracciavano fortificazioni naturali all’insediamento preromano e romano.
Il torrente più importante, che in passato approvvigionava l’abitato del fabbisogno idrico, è il Rio dei Lanzi, esso traccia il confine orientale e con una sua ansa anche quello meridionale fino al Ponte delle Monache, in maniera da circoscrivere l’area d’interesse archeologico. Un insieme di così grande pregio sia naturalistico che storico-archeologico ed artistico, tuttavia, non è stato ancora riconosciuto affinché sia istituito il Parco Archeologico di Cales. Se l’obiettivo prioritario delle strategie di sviluppo socio-economico del Mezzogiorno è la valorizzazione dei giacimenti culturali del Sud Italia per elevare socialmente, culturalmente ed economicamente le comunità meridionali, dunque, l’istituzione di Parchi Archeologici cosiddetti “Minori” può rappresentare proprio il rafforzamento della rete delle città campane appartenenti all’armatura urbana di epoca romana e medievale caratterizzata dalle fortificazioni di Natura e Architettura.
Le finalità del caso proposto sono principalmente: l’avanzamento scientifico per l’acquisizione dati del patrimonio culturale ancora non censito, catalogato e analizzato; l’integrazione a livello normativo delle cartografie tematiche inerenti i beni culturali come quelle geologiche, d’uso del suolo, le aree omogenee per la redazione degli strumenti urbanistici; la definizione di strategie prioritarie di valorizzazione dei giacimenti culturali del bacino mediterraneo come assi prioritari dello sviluppo socio-economico delle regioni del Sud Italia; lo sviluppo delle tecniche sempre più adeguate di conservazione e di fruizione dei beni culturali senza comprometterne il destino per le future generazioni.
La Buondonno ha, altresì, evidenziato che con l’istituzione del Parco Archeologico Minore di Calvi Risorta, M.A.P., e l’avvio di progetti di ricerca ad esso collegati, applicando in via sperimentale le più avanzate tecniche di rilevamento e modellazione in 3D, si intende anche ampliare la conoscenza sul comportamento dei suoli e del sottosuolo dei siti archeologici per la mitigazione del rischio e la riduzione della vulnerabilità dei giacimenti archeologici stessi derivanti dall’interazione tra sistema fisico-naturale e ambientale e azioni antropiche. L’approfondimento dello studio dei beni culturali per la loro più adeguata valorizzazione è orientato nella direzione dell’analisi delle caratteristiche geofisiche e geo-pedologiche della Natura dei luoghi d’interesse storico-archeologico. Indagare sulla stratificazione di culture umane in base al legame che mette in relazione il contesto naturale con il contesto ambientale significa definire l’unitarietà del processo storico e, in definitiva, avanzare nella conoscenza della Storia per prefigurare la migliore destinazione delle risorse sostenibili per soddisfare le esigenze della Comunità attuale senza compromettere le necessità delle generazioni future.
È del tutto naturale chiedersi: si muove davvero qualcosa anche per restituire dignità all’antica città di Cales? Troppe promesse, nel passato ed anche di recente, sono state fatte. Si spera, per rispetto ai cittadini dell’Agro caleno e alla loro Storia, che questa sia la volta buona.