Lo Spinosauro: il dinosauro perduto durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale

La Seconda guerra mondiale, che in questi giorni viene giustamente ricordata per tanti terribili anniversari, dalle stragi naziste in Italia al diabolico uso delle atomiche su Nagasaki ed Hiroshima in Giappone, ha generato profondi sconquassi nella storia di buona parte dei paesi mondiali e numerosissime tragedie sia umane che culturali. Molte di queste perdite, che mi onoro di ricercare e divulgare, sono talmente “sottili” da passare quasi inosservate e, oggigiorno, risultano vere e proprie perle di curiosità. Negli ultimi anni, ad esempio, l’attenzione mediatica riservata ai dinosauri, grazie alla serie hollywoodiana di Jurassic Park, ha fatto crescere sempre più la voglia di scoprire questo importante periodo evolutivo della nostra madre Terra, sebbene pochi ricordino che la cultura preistorica e le sue testimonianze hanno subito gravi perdite proprio durante il periodo bellico. Nel terzo film della serie, che il regista e produttore Steven Spielberg ha dedicato al mondo preistorico, compare, ad esempio, il sanguinario e temibile Spinosaurus Aegyptiacus, un predatore gigante del periodo Creataceo le cui ossa sono state ritrovate in Egitto, dal paleontologo tedesco Ernst Stromer, grazie ad una delle tante avventurose missioni finanziate da musei, governi e filantropi europei ad inizio ‘900. Proprio nel 1901, nonostante un’infruttuosa spedizione, Stromer aveva per la prima volta visitato l’Egitto ed intuito che c’era tanto da scoprire nel suo sottosuolo. Affascinato da questi positivi segnali e tornato anni dopo alla ricerca di fossili di mammiferi, con l’intento di contribuire alla storia dell’evoluzione umana, ben presto si trasformò nel noto scopritore di grandi rettili della preistoria. Tra il 1911 e il 1914, coadiuvato da un team di esperti paleontologi europei ed egiziani, Stromer trovò i resti di ben tre diverse specie di dinosauri carnivori tra cui figurava lo stranissimo Spinosaurus con le sue vertebre a forma di lama/spina, un mostruoso essere di dimensioni superiori al più conosciuto predatore preistorico di tutti i tempi: il T-Rex. Il paleontologo tedesco, che aveva identificato anche il Bahariasaurus (la “lucertola di Bahariya”) e il Carcharodontosaurus (la “lucertola dai denti di squalo”) nella stessa area dello Spinosauro, generando enormi questioni scientifiche per l’insolita presenza di tre predatori carnivori giganti nello stesso periodo e quadrante geografico, nonché per la carenza di cibo disponibile, che per lungo tempo fu conosciuta come “Rebus di Stromer”, riuscì a riportare gli importanti reperti in Germania solo diversi anni dopo la fine del primo conflitto mondiale. Dopo poco, negli anni ’30, durante l’ascesa del nazismo, cui non volle aderire, pagando un carissimo prezzo, iniziò il suo lavoro scientifico di ricostruzione e descrizione di quei resti così particolari, soprattutto dell’affascinante Spinosauro, il dinosauro nuotatore, aggressivo, gigantesco, dalla ferocia inaudita supportata dal suo particolare scheletro pieno di “spade ossee”, che grazie agli effetti speciali di Hollywood è rinato sullo schermo nel nuovo millennio diventando uno dei mitici dinosauri amati da bambini e adulti dell’era digitale. Importante sapere che la storia dello Spinosauro si intreccia, però, con le vicende del III Reich, con la protezione e perdita di importanti beni culturali europei, nonché con la complessiva storia della World War II. Stromer, come detto, non volle aderire al nazismo e, al contrario di quanto atteso, si prodigò addirittura per mantenere vivi i rapporti con alcuni suoi amici ebrei, pagando con la morte di due dei suoi tre figli, mandati al fronte proprio per punirlo, l’affronto al nazismo e alle sue ideologie perverse. Ma, oltre alla tremenda storia personale, c’è da ricordare che anche le sue “scoperte” furono appositamente messe in condizioni di scomparire. Mentre nella Germania nazista del ‘44, oramai decadente e copiosamente bombardata dagli Alleati, venivano messi al sicuro i tanti beni storici della cultura tedesca per proteggerli dall’imminente disfatta, i reperti scoperti da Stromer furono appositamente lasciati nel Museo di Monaco di Baviera, una delle città più colpite dai bombardieri britannici, con l’intento di lasciarli in balia degli eventi. Il piano dei vertici nazisti riuscì nell’intento e, purtroppo, i primi storici fossili dello spaventoso dinosauro protagonista di Jurassic Park III furono completamente polverizzati durante uno dei tanti bombardamenti che la città tedesca subì nel corso degli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale. Il 24 aprile del 1944, nonostante le continue richieste di tanti scienziati tedeschi, che avevano compreso l’importanza di quella scoperta, si perdevano definitivamente le fondamentali testimonianze di uno dei più micidiali rettili predatori del nostro pianeta. Stromer morì nel 1952, due anni dopo il rientro dai campi di prigionia sovietici del suo unico figlio sopravvissuto al terribile periodo bellico. Di questo grande paleontologo, che non volle piegarsi al nazismo e al razzismo, resta l’eredità di una scoperta che, senza rendercene conto, abbiamo apprezzato e guardato sul grande schermo nel 2001 grazie ai potenti mezzi cinematografici americani che hanno ricostruito, e animato, “il suo figliolo preistorico” a distanza di quasi un secolo da quella straordinaria scoperta in Egitto.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post