Cassazione: dire cretino anche in politica è sempre un’ingiuria e va punita

Nuova “massima” della Cassazione che, in una recente sentenza (la nr. 31096) ha sancito che “non si può dare del cretino ad una persona, sostenendo che si tratta di esercizio del diritto di critica in un confronto politico e pretendere quindi che un linguaggio fatto di ingiurie reciproche non abbia rilevanza penale”. Finalmente, ciò che la legge puniva in ambito “civile” viene sancito anche quando si da del cretino in politica. Dunque, non solo nelle riunioni condominiali e nella vita di tutti i giorni dare del cretino ad una persona è punibile, ora lo è anche se a darsi del cretino sono dei politici. Lo ha ribadito la Cassazione nel confermare la condanna per ingiuria ad un consigliere comunale che durante una seduta consigliare aveva detto ad un altro collega consigliere: “ti stai comportando da cretino”. Il consigliere, infatti, era stato, nel 2008, condannato dal tribunale a 300 euro di multa e al risarcimento danni alla parte civile. Nel ricorso in Cassazione, il politico si era difeso sostenendo che l'espressione “cretino” rientrava nel “linguaggio polemico in uso ai partecipanti alla competizione politica”, esercitando un diritto di “critica politica”. La quinta Sezione Penale della Cassazione, però non ha accolto il ricorso dell'uomo. Spiegano infatti i giudici nella sentenza che: “la tesi sull'esistenza nella nostra democrazia di una superiore area (il confronto politico) in cui si sarebbe sedimentata – grazie ad un lessico fatto di ingiurie reciproche – una sorta di desensibilizzazione ai termini offensivi che perderebbero così rilevanza penale” si collega ad una “concezione degradante della gestione dei pubblici poteri in cui i rappresentanti della democrazia potrebbero esprimere le proprie opinioni con strumenti vietati dalla legge, invocando un trattamento di favore” che è “un'inammissibile diseguaglianza dinanzi alla legge”. Finalmente, con la sentenza della Cassazione si pone fine all’antico e ignobile gesto di dare del cretino in un’aula consiliare ad un qualsiasi rappresentante democraticamente eletto dal popolo solo per “esercitare il diritto di Critica”. Lo stesso diritto di critica può essere esercitato con tanti altri vocaboli senza offendere nessuno. Speriamo che la norma venga fatta rispettare.

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