Allarme amianto, se ne è discusso alla Dea Sport

Presso l’Associazione Dea Sport di Bellona si è svolto un importante convegno sui danni fisici derivanti dal lavoro con l’amianto. Il convegno ha visto la partecipazione di tantissime persone interessate all’argomento poiché si voleva mettere a fuoco la dolorosa vicenda dell’amianto e dei suoi derivati che comportano rischi in molte categorie di lavoratori dipendenti ed autonomi. In questi ultimi tempi, infatti, si sta verificando, nella nostra zona, un gran numero di morti per tumori. Molte volte è stato chiesto un monitoraggio di tutta la zona per cercare di capire la causa di tanti decessi. Le supposizioni sono tante e tra esse l’eccessiva quantità di eternit (cemento-amianto). Sul territorio di Pastorano, a ridosso del casello autostradale di Capua, interessando tutta la zona del basso Caleno, fino a poco tempo addietro era presente una azienda ormai in disuso da molti anni: la VAVID. L’azienda fu costruita secondo criteri ormai superati, con i capannoni, nei quali erano attivati gli impianti produttivi, coperti da eternit. Le lastre in eternit sono costituite da un impasto di cemento e amianto (generalmente del tipo crisotilo) in concentrazione di circa il 15%.  Il problema dell’amianto è legato al rilascio delle fibre che, inalate, sono altamente nocive. Essendo l’amianto presente in fibre sottilissime, se rilasciato nell’atmosfera, può diffondersi fino a molti chilometri di distanza. E’ da chiarire che le lastre in eternit possono rilasciare fibre di amianto se abrase, segate, perforate o spazzolate, oppure se deteriorate. E’ tuttavia necessario definire un programma di controllo e manutenzione periodica (annuale) attraverso ispezioni visive dello stato di conservazione (friabilità) dei materiali contenenti amianto e determinazione analitiche delle fibre di amianto aerodisperse. E’ lecito chiedersi chi ottemperi a tale incombenza nei casi in cui gli immobili siano in disuso. L’esposizione alle fibre di amianto è associata a malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi). L’asbetosi è una grave malattia respiratoria che per prima è stata correlata all’inalazione di fibre d’amianto, caratterizzata da fibrosi polmonare a progressivo aggravamento che conduce ad insufficienza respiratoria con complicanze cardiocircolatorie. Il carcinoma polmonare, che è il tumore maligno più frequente, si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Il fumo favorisce di molto la probabilità di contrarre la malattia. Il mesotelioma della pleura è un tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura) che è fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi. Tra i presenti, alcuni, hanno citato storie di vita e di lavoro spesso dolorose, esposte con la rabbia più che comprensibile di chi ha subito il danno senza il riconoscimento. Molte organizzazioni, tra cui la Dea Sport, si faranno promotori di una causa pilota per le controversie relative ai risarcimenti, per non mollare la presa, a nessun livello, sulla delicatissima questione del risarcimento del danno. Intanto abbiamo appreso che dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è giunta una precisazione: ai fini del conseguimento del requisito di dieci anni di esposizione all’amianto e, una volta posseduto tale requisito, della moltiplicazione di tale periodi per il coefficiente di 1,5 non contano soltanto i periodi di attività svolta; la rivalutazione si applica anche ai periodi di cassa integrazione, malattia e maternità e a quelli derivanti da aspettativa sindacale, se questa attività è stata svolta in azienda.

 

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