Antiche tradizioni: la festa di San Michele
I festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo si celebrano la prima domenica di ottobre con una processione che accompagna il Santo, con gli Arcangeli Gabriele e Raffaele, tra le principali strade del paese. Nell’Antico Testamento San Michele Arcangelo viene presentato come difensore del popolo ebraico, mentre nel Nuovo Testamento è ricordato come colui che ha vinto il demonio. San Michele è anche considerato protettore di alcune categorie di lavoratori, tra cui farmacisti, commercianti, maestri di scherma, fabbricanti di bilance e radiologi; al Santo si affidano anche la polizia e i paracadutisti italiani e francesi. A partire dall’undicesimo secolo, il culto di San Michele si diffuse in tutta Europa, e ad egli furono dedicate chiese, cappelle e oratori, poiché era considerato il guardiano delle chiese contro satana. Le prime notizie certe che si hanno sul suo culto a Vitulazio risalgono intorno al 1700 quando, in occasione della visita dell’Arcivescovo di Capua, Monsignor Caracciolo, l’economo curato Don Luca Sgueglia stilò una relazione che descriveva l’antica Chiesa esistente a Vitulazio, nella quale vi era un altare dedicato al glorioso San Michele Arcangelo. Quest’altare fu edificato in suddetta chiesa dentro una cappella sfondata, mantenuta dai fratelli della confraternita di San Michele Arcangelo, la quale fu istituita il 15 febbraio 1705; dentro un ovato di muro, nella stessa cappella, si conserva la statua del Santo, realizzata grazie alle elemosine e venduta dai bellonesi ai fedeli vitulatini. La confraternita di S. Michele Arcangelo è sopravvissuta circa 20 anni. Durante i festeggiamenti, che durano ancora oggi tre o quattro giorni e iniziano la prima domenica di ottobre, veniva rappresentata la tradizionale opera teatrale “La tragedia di San Michele A.”, tratta dal poema epico “Paradise Lost” di John Milton; la particolarità consisteva nel fatto che tutti gli “attori” erano vitulatini.