Il Serg. Magg. Valente avrebbe dovuto prendere servizio presso il carcere militare

Triste destino quello del Sergente Maggiore Roberto Valente, in servizio presso il 187° Reggimento paracadutisti “Folgore”. Era alla sua ultima missione all'estero ed aveva ottenuto da pochi giorni l'agognato trasferimento dopo una vita spesa fra le truppe aviotrasportate della Folgore. Valente, infatti, al suo rientro in Patria, che sarebbe avvenuto il prossimo mese di ottobre, avrebbe preso servizio presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, che ha nel Colonnello Raffaele D'Ambrosio, il vertice dell'Organizzazione penitenziaria. "Mio marito era un paracadutista, io sono orgogliosa di lui": Stefania Giannattasio, moglie di Roberto Valente, rimasto ucciso ieri mattina in un attentato in Afghanistan, ha reagito così apprendendo la notizia della morte del marito. Il militare lascia anche un bambino di due anni, Simone. La donna non era in casa quando la delegazione dell'Esercito italiano ha raggiunto via Consalvo, dove a Napoli, in un parco, vivono i parenti del militare caduto. Il colonnello Luigi Masiello, assieme al generale Carlo Fortino, capo di Stato maggiore del secondo comando Fod (Forze operative di difesa) hanno raggiunto prima la madre di Valente, una donna anziana, vedova, che vive con la sorella e due figli – il fratello e la sorella di Roberto. E, solo successivamente, ha potuto parlare con la moglie del militare, rientrata dal posto di lavoro proprio in seguito alla comunicazione della notizia. A casa di Roberto nessuno si aspettava di vedere i militari stamattina, perché nessuno aveva appreso della morte dei soldati italiani. Era amante della vita e attaccato al suo lavoro: così gli amici ricordano Roberto Valente, Nato a Napoli 37 anni fa, era tornato nella sua città per un periodo di ferie durato circa 15 giorni. Solo due giorni fa era ripartito per l'Afghanistan dove sarebbe dovuto restare per qualche altro mese ancora.  Roberto viene descritto da chi lo conosceva come una persona disponibile, di grande cuore, molto attaccato al lavoro e agli amici che, prima di partire, aveva salutato nel corso di una cena. Di stanza in Afghanistan da alcuni mesi, era ripartito per Kabul da dove avrebbe definitivamente fatto ritorno a novembre. Dopo dieci anni, infatti, era riuscito ad avvicinarsi alla famiglia: gli era stato concesso un trasferimento da Livorno, dove era dislocato, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Il sottufficiale, membro del 187/esimo reggimento paracadutisti Folgore che ha sede a Livorno, sarebbe dovuto rientrare in Italia tra ottobre e novembre.

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