Le statistiche raccontano un’altra storia: Milano la città più pericolosa d’Italia

Pochi giorni fa ho pubblicato un articolo raccontando di quanto i social siano diventati veicolo di fake news, di bugie virali e fesserie che stravolgono completamente la realtà della nostra vita quotidiana attraverso un vero e proprio bombardamento di luoghi comuni e istigazione all’odio verso una o più categorie di persone. Un grave problema che, nei giorni scorsi, è stato addirittura riconosciuto da alcuni rinviati a giudizio per le gravissime offese rivolte sui social al Presidente della Repubblica Mattarella, i quali hanno dichiarato, purtroppo rendendosene conto in ritardo, di aver seguito come degli automi il “flusso” di odiatori seriali ed i continui post falsi proposti in modo virale dalla rete per attaccare costantemente una o più categorie di persone. Non a caso pochi giorni fa è montata la querelle sulla mancata e unanime solidarietà alla Senatrice a vita Liliana Segre, testimone vivente di ciò che l’odio incontrollato delle masse di inizio secolo scorso è riuscito a generare e, tra l’altro, continua ad alimentare a più di mezzo secolo di distanza. Ma tutta questa questione degli odiatori seriali, delle fake news con cui molti ci guadagnano letteralmente quattrini, oltre che consenso politico, alimenta costantemente i più disparati luoghi comuni che, molto spesso, prendono di mira il Sud e la tanto discussa “questione dell’Unità Nazionale”. È a questo punto, però, che vengono in aiuto i dati veri, certi, quelli matematici e statistici che per quanto parzialmente interpretabili, rendono più visibile una seria oggettività che difficilmente le discussioni politiche o sociali possono raggiungere. Nei giorni scorsi, per molti con grande sorpresa, è stato pubblicato da IlSole24Ore il report del Ministero dell’Interno che ci racconta l’Italia degli atti criminali, quel lato oscuro del nostro Paese fatto di omicidi, violenze sulle donne, rapine, scippi e atti mafiosi. Un’immagine che, ascoltando superficialmente le voci del popolo, come detto largamente influenzato e influenzabile dal flusso di fake news veicolate come un mare in piena dai social e da diversi siti “farlocchi”, mostrerebbe immediatamente il Sud quale unico male di tutta la penisola, associando con grande facilità tali atti criminosi alla normale vita vissuta a Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Foggia o, al massimo, Roma. E invece i dati ufficiali raccontano un’Italia completamente diversa con Milano al primo posto di una classifica generale, composta da diverse voci e basata sul numero di denunce arrivate alle Forze dell’Ordine, che fa venire davvero i brividi non solo perché parliamo di tanti atti efferati, ma anche perché si scopre che nei primi 10 posti (ho detto i primi dieci classificati) non compare alcuna città del Sud! Con grande sorpresa la classifica, che ripeto fa la media di diverse classifiche di specifici atti criminali, annovera Napoli come prima città del Sud ma solo al 17° posto, quindi mostrando chiaramente che in ben 16 città del centro-nord si commettono più atti criminali che nella città più mediaticamente odiata ed attaccata in rete da decenni. Al 5° posto tra l’altro, si scopre Torino, la città che da i natali a tanti tifosi che ancora oggi continuano con l’odiosa pratica dei cori razzisti, quelli che inneggiano al Vesuvio quale “soluzione finale” contro il problema napoletani. Le diverse classifiche specifiche, poi, ci lasciano intravedere i diversi problemi delle nostre grandi e piccole città. Verifichiamo, con grande sorpresa, sempre considerando il numero di atti criminali ogni 100.000 abitanti, che la pacifica Ancona è tristemente in testa per gli «infanticidi», che Napoli è in testa per i «furti con strappo», mentre Milano è la città più colpita dai «furti con destrezza», e ancor più sorprendentemente che bisogna scorrere la classifica dei «furti in abitazione» fino al 40° posto prima di trovare una città del Sud (Trapani). E se per le «rapine» purtroppo Napoli è in testa, per «l’usura» il primo posto va a Novara e in maniera ancora più incredibile, rispetto ai luoghi comuni cui siamo abituati dar credito, Firenze e Trento sono rispettivamente 1° e 2° classificato nella triste classifica sul «riciclaggio e impiego di denaro sporco». Inoltre, e non è meno importante, bisogna arrivare al 16° posto per incrociare la prima città del Sud per ciò che concerne le «violenze sessuali». Prima di Messina, in questa odiosa classifica, vi sono tutte città del Centro-Nord con Trieste (si avete capito bene!) in prima fila. Insomma i numeri, la “ragione” direbbe qualcuno, raccontano un’Italia piena di problemi che sono diffusi ovunque e che, rispetto alla piaga dell’odio razzista stimolato dalle fake news e dai luoghi comuni, è ben diversa da ciò che il flusso principale di informazioni vuol farci credere. Dove sono, infatti, le notizie che confermano, sui vari TG nazionali, a partire dal servizio pubblico, questa realtà oggettiva dei fatti? Come mai l’informazione nazionale mostra sempre a ripetizione quasi esclusivamente i soli atti criminali perpetrati da Roma in giù? A questa domanda credo che ogni persona con un minimo di discernimento riesca a rispondere autonomamente. Forse a qualcuno conviene far apparire i problemi del Sud, che sicuramente sono molti, come delle montagne insormontabili tanto da inquinare il resto del Paese, salvando dal lato oscuro dei nostri comportamenti umani tutto un pezzo di Italia che pare, per mano divina, essersi autoproclamato paradiso di civiltà e beltà assoluta. Forse dovremmo tutti, e sottolineo tutti, iniziare a guardarci dentro in modo più onesto. Un criminale è un criminale, e come una rondine non fa primavera, così una minoranza di delinquenti non può trasformare le nostre città in covi di gentaglia da cancellare con la lava, come nessuno può permettersi di criticare l’intera città di Milano, o Trieste, per quella minoranza di delinquenti che ne inquinano il tessuto sociale. Torniamo italiani. Torniamo umani.

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