Arresto Aquilone del clan casalesi

Altro latitante ingabbiato, arrestato “Gheddafi”, del clan dei Casalesi mentre andava a divertirsi in  discoteca. Nel corso della notte scorsa, la polizia di Caserta, ha tratto in arresto il latitante Antonio Aquilone alias Gheddafi, nato a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), il 5 maggio 1984, ricercato da oltre un anno. L’uomo è ritenuto un pericoloso esponente del clan dei casalesi del gruppo di Francesco Schiavone detto “Sandokan”.
Aquilone è destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere: la prima emessa dall’Ufficio Gip presso il tribunale di Santa Maria C.V., per rapina ed estorsione aggravata , la seconda, emessa dal Gip di Modena per associazione di stampo mafioso.
Il 25enne è organico al clan dei casalesi ed i  particolare, era uomo di fiducia di Raffaele Diana, detto “Rafilotto”, arrestato lo scorso maggio dagli agenti della squadra mobile di Caserta: era nascosto in un bunker a Casal di Principe.
Secondo le indagini degli investigatori, Antonio Aquilone fungeva da ambasciatore del Rafilotto durante la latitanza di quest’ultimo, nel modenese.
Infatti,  era l’anello di collegamento tra l’allora latitante ed il resto del clan, recapitando le ambasciate dal gruppo criminale e conducendo al suo cospetto coloro che avevano necessità di contattarlo personalmente.
Il pregiudicato proprio ieri era stato condannato in primo grado, a 7 anni di reclusione per rapina ed estorsione. L’uomo è stato bloccato alle 3 di notte, mentre si accingeva ad entrare in una nota discoteca di Villa Literno (Caserta).
I poliziotti che lo hanno fermato. E che da tempo erano sulle sue tracce, hanno accertato, dopo il suo arresto, che Aquilone, sentendosi braccato, stava per fuggire all’’estero.
L’arrestato è una persona dalla spiccata pericolosità criminale che annovera tra i suoi precedenti, anche reati per rapina, armi, traffico di stupefacenti, tentato omicidio e lesioni personali.
Nel luglio del 2005, nel corso di un tentativo di rapina all’Unicredit, nel riminese, ha colpito selvaggiamente al capo, con una pistola detenuta illegalmente, due impiegati, per farsi aprire la cassaforte e consegnare il contante. In un’altra circostanza, a seguito di una banale lite, ha colpito all’addome con un coltello, un suo conoscente.

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