La fantascienza sempre più realtà: droni kamikaze sono già in servizio negli eserciti di mezzo mondo

Può sembrare preistoria ripensare a quando il Capitano Kirk della famosissima astronave Enterprise, nella prima serie fantascientifica dell’universo di Star Trek, usava un computer a riconoscimento vocale inserendo un quadratino in una fessura, come pure vedere aprire il famoso comunicatore e sentir parlare a distanza due o più persone senza usare un filo. La fantasia, l’immaginazione, la speranza di realizzare l’irrealizzabile è lo spirito che ha permesso all’uomo di diventare il reale protagonista di sogni che, fino a pochi anni fa, si potevano realizzare solo grazie al cinema, ai cartoons o alle serie televisive. Oggi, se ci fermiamo a riflettere, la fantascienza è sostanzialmente la scienza cui siamo normalmente abituati, quella tecnologia che ha tramutato le schede quadrate del Capitano Kirk nelle SD che usiamo giornalmente per telefoni o macchine fotografiche, o il telefonino che ha superato la fantasia di quel comunicatore che si limitava solo a far parlare i protagonisti del telefilm americano senza le altre mille diavolerie degli odierni smartphones. Un sogno tecnologico di pace e prosperità che, ovviamente, nasconde un lato oscurissimo sempre più pericoloso e pervasivo. L’uso sempre più massivo dell’Intelligenza Artificiale, che sta aiutando gli umani in tanti settori, ad esempio dai trasporti alla medicina, sta per trasformarsi in un vero e proprio incubo già raccontato da “altri” film di fantascienza. Proprio grazie all’AI, infatti, sono oggi in servizio delle armi disumane che decidono con la propria “coscienza matematica” su quale obiettivo scagliarsi e suicidarsi per distruggere il nemico, però, di un’umanissima amministrazione militare e governativa. Se l’esercito israeliano possiede già da tempo dei droni intelligenti e autonomi, l’ultima potenza militare ad aggiornarsi con questa preoccupante tecnologia è l’esercito turco che, nei prossimi mesi, farà entrare in servizio ben 30 droni kamikaze KARGU (Autonomous Tactical Multi-Rotor Attack UAV), con riconoscimento facciale biometrico e armamento avanzato portatile, probabilmente destinati ad operazioni militari al confine con la già martoriata Siria. Questi costosissimi strumenti di morte, dotati di grande precisione, sembrano siano studiati per attaccare e distruggere intere brigate o piccole navi da guerra grazie ai sistemi di intelligenza artificiale e ai sofisticatissimi sistemi di riconoscimento facciale che rilevano i bersagli umani e possono arrivare, con determinate permission, ad attivarsi autonomamente per terminare la missione. Sotto l’ombrello protettivo mediatico della “difesa interna”, tutte le grandi potenze, dagli States alla Russia, passando per Cina, Israele e appunto la Turchia, stanno sviluppando droni e microdroni in grado di suicidarsi direttamente sui bersagli, restando in aria per molto tempo pronti ad attivarsi appena riconosciuto il volto giusto da attaccare. Ma la pericolosità di queste armi non è limitata al semplice concetto di munizionamento di guerra. Piuttosto essa è legata all’uso di una intelligenza artificiale che potrebbe moralmente fregarsene anche dei più elementari concetti di umana coscienza. Se il bersaglio si trovasse in mezzo ad un parco giochi con tanti bambini? Forse un uomo si fermerebbe, ma il drone? E soprattutto, rievocando la più terribile delle previsioni fantascientifiche, quella delle macchine che si ribellano, siamo certi che un domani il sogno non si trasformi in incubo? Con Star Trek abbiamo realizzato la parte migliore del sogno, ma non dimentichiamoci di Terminator o di altri film come Matrix, che hanno immaginato ciò che numerosi comitati internazionali iniziano a segnalare: le macchine potrebbero realmente prendere il sopravvento sull’uomo, anche in forme diverse da quelle tragicamente esposte da Hollywood. Siamo certi di voler andare avanti in questa direzione? Non sarebbe meglio continuare alla Star Trek? Magari inventando finalmente quelle miracolose macchine operatorie in grado di curare con tanta facilità malattie oggi mortali. Io inizio ad aver paura di ciò che sta accadendo nella più totale indifferenza dei media e dei cittadini comuni. Forse dovremmo riflettere di più su questa importante nuova questione “umana”. Meditate gente, meditate!

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