Anoressia: le origini del disagio se ne parla alla Dea Sport.

Nel Salone dell’Associazione Dea Sport Onlus di Bellona si è tenuto un incontro-dibattito tra le giovani del luogo ed esperti per discutere sul disagio dell’anoressia. E’ stato, particolarmente apprezzato l’intervento della dott.ssa Aurora Michela Renna. “L’anoressia è una parentesi nella nostra società? Purtroppo no perché è un male di vivere attuale che coinvolge giovanissime, giovani e non giovani e diviene un problema sempre più dilagante. Che cos’è l’anoressia? Sintetizzando le definizioni riportate dalla maggior parte degli strumenti della cultura (enciclopedia, dizionario ecc.) l’anoressia (dal gr. anorexía, comp. di an- e órexis “appetito”) è la mancanza o perdita dell’appetito per cause organiche o psichiche ed in quest’ultimo caso si parla di anoressia mentale. Il deviato rapporto con il cibo è il sintomo di una malattia, di un disagio che investe l’anima ed il corpo. È un disturbo psicofisico che coinvolge tutta la personalità dell’individuo. Le origini di tale disagio possono essere individuate in un trauma infantile, in una tensione emotiva, un fallimento scolastico, un difficile rapporto con i genitori, nel non saper relazionare con gli altri e quindi integrarsi in un gruppo ed interagire positivamente con i coetanei, nel rifiuto della propria immagine soprattutto nella fase adolescenziale ovvero nella fase dello sviluppo della personalità, tante possono essere le cause quanto i rimedi. La società, la famiglia, la scuola, i mass media hanno un ruolo fondamentale. La nostra anima è sensibile ed è alla continua ricerca del bisogno di sicurezza, di amore, di attenzione, di essere ascoltata.  È questa, continua la dott.ssa Renna, l’era della comunicazione in cui per paradosso nessuno ascolta. In un mondo in cui la “donna cannone” è bandita, in cui esiste solo lo stereotipo della perfezione, del modello vincente, la società deve proporre modelli positivi, stili di vita corretti, sani, salutari. I genitori non devono essere complici del gioco del silenzio in cui la persona cade avvolta nel proprio disagio nascosto da una calma apparente ma devono essere i primi medicinali d’amore e d’affetto. Anche la scuola svolge un ruolo primario educando ad una corretta alimentazione, alla cultura del cibo ed al rispetto per la propria persona perché il codice della vita richiede equilibrio. Di anoressia si muore ma si può anche GUARIRE affidandosi nelle mani degli esperti. L’anoressia è un fulmine al cuore, un terremoto dell’anima che ha il suo epicentro nella psiche ed il mondo non deve essere indifferente ma deve far comprendere che nella vita siamo vincenti per il semplice fatto di essere nati ed il miracolo della vita va rispettato”. Tra scroscianti applausi, conclude la dott.ssa Aurora Michela Renna.

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