Bellona – Avviso di raccomandata. Fino a quando la pazienza regge?
Da sempre, ormai, i cittadini sono bistrattati e tartassati ma, non bastando ciò, adesso anche i postini, almeno quelli che operano in Bellona, hanno iniziato a creare problemi non di poco conto. Nella nostra buca per lettere è stato inserito l’avviso di una raccomandata in giacenza presso l’Ufficio Postale di Bellona.
La stranezza: è stato imbucato il suddetto avviso senza suonare il citofono e neppure entrare considerato che la nostra sede è sempre aperta. Nel giorno prestabilito dall’avviso delegai una nostra collaboratrice, A.P., a ritirare la raccomandata. Dopo un’attesa di oltre due ore, la raccomandata non venne consegnata perchè la delegata non era in possesso dei miei documenti. La stessa ritorna il giorno dopo con la delega e i miei documenti. Dopo un’altra interminabile fila, la nostra Collaboratrice si ripresenta allo sportello e, udite! Udite! La raccomandata non era indirizzata alla nostra Associazione e neppure ad un nostro socio ma a tutt’altra persona.
Tutto ciò si poteva evitare se il postino avesse bussato il citofono oppure fosse entrato per consegnare… la raccomandata… non nostra.
Sta diventando di moda l’abitudine di imbucare gli avvisi per le raccomandate senza pigiare il pulsante del citofono.
Quanto a noi capitato non è un caso isolato tanto è vero che Poste Italiane è sotto la lente dell’Antitrust. Infatti, come riportato dall’ANSA, il Garante per la concorrenza ha avviato un’istruttoria sulla società per presunte pratiche commerciali scorrette nell’invio delle raccomandate. Secondo l’Autorità, Poste prometterebbe “ingannevolmente” agli utenti servizi che in realtà non verrebbero garantiti, inducendoli a scegliere lo strumento della raccomandata promuovendo caratteristiche che non vengono però rispettate. Una delle ‘colpe’ ricadrebbe sui postini. L’avviso di giacenza del plico raccomandato verrebbe infatti spesso depositato nella cassetta postale del destinatario dell’invio “senza previo accertamento della presenza o meno del medesimo al proprio domicilio”, in pratica senza nemmeno suonare al citofono o alla porta.
All’apertura del procedimento plaudono i consumatori. L’Unione Nazionale Consumatori la giudica un’ottima notizia e bolla quello delle raccomandate come un servizio “decisamente troppo caro e poco efficiente”. Il Codacons chiede invece che, in caso di accertamento delle irregolarità, Poste risarcisca gli utenti interessati. Se così non fosse l’associazione si dice pronta a procedimenti legali.