Susy Dance Academy: Quando la Danza diventa la tua Famiglia

Quando si varca l’ingresso in una delle sale della Susy Dance Academy, non si ha soltanto la sensazione di essere in una semplice scuola di ballo. Susy Dance Academy è gioia, distrazione, professionalità, ma soprattutto: Famiglia. Questo è lo spirito che unisce e muove tutti gli allievi di questa Accademia. Nessuno deve e può sentirsi solo e inadeguato, ma parte integrante di una vera e propria compagnia di amici di qualsiasi età. La Susy Dance Academy è situata alle falde del Vesuvio, ad Ercolano. Lo spirito familiare e professionale traspare dalle parole di Susy Capacci che ho avuto modo di intervistare:

Come si definisce Susy Capacci, oggi, nel 2020?
– Sicuramente per i miei trascorsi, anche per il fatto di aver perso mio padre molto presto, mi definisco una Donna con carattere, che fa anche da uomo, sotto determinati aspetti, a causa della mia professione.

Facciamo un passo indietro ai tempi dell’infanzia: Come nasce la passione per la danza e come ti sei avvicinata a questa disciplina?
– A dir la verità i miei genitori insegnavano ballo, avendo una loro scuola di danza che poi abbiamo ereditato io e mia sorella Sara. All’inizio ballavano solo mio padre e mia madre. Sin da bambina mi hanno trascinata. Pian piano vedendo il loro esempio, dato che sin da piccola ho fatto danza mentre loro ballavano in coppia, mi hanno catapultata in questo mondo del ballo di coppia standard, latino e caraibico.

Tu in quali di queste danze ti rispecchi maggiormente e perché?
– Io adoro molto lo Slow Fox, anche se quello meno diffuso, ma è un ballo molto elegante dato che ricorda molto gli anni addietro, ma anche il Quick Step mi appassiona.

Hai diversi modelli di riferimento a cui ti ispiri?
– Ne ho tanti, ognuno per uno stile e una cosa diversa. Sicuramente Fred Astaire è un grande ideale di ballerino per la sua classe ed eleganza.

Come nasce l’idea della Susy Dance Academy?
– La Susy Dance Academy nasce dall’eredità dei nostri genitori e quindi sono molti anni che insegniamo tante e varie discipline. Invece la Susy Dance Company è una compagnia nata un po’ per gioco da parte di alcuni allievi che volevano fare di più e avevano passione per la materia. Questa è nata da un’esibizione ad un saggio che è piaciuta. Successivamente l’abbiamo proposta altrove. Da cosa nasce cosa e abbiamo fatto altre coreografie fino a creare questa compagnia.

Ribadisci più volte che la filosofia che anima la tua Accademia di Danza è che questa non è semplicemente una scuola di ballo, ma una “Grande Famiglia”. Come nasce questo spirito?
– Assolutamente sì. Credo innanzitutto che la danza sia una disciplina che debba unire. Una scuola di ballo deve essere un luogo dove ci si ritrova in un ambiente familiare e dove tutti si conoscono e sono in sintonia tra loro senza alcuna distinzione tra bambino, adulto e giovane. La nostra idea è quella di offrire un’ora di svago e di sano divertimento.

Sappiamo tutti che avete partecipato a “Ballando con te” nel 2018, torneo nel torneo di “Ballando con le stelle su Rai 1. Com’è stata quell’esperienza e come vi ha permesso di crescere professionalmente?
– L’esperienza di Ballando con le Stelle è nata da un mio capriccio. Questa partecipazione è venuta alla luce dato che avevamo realizzato io e Sara, che non solo è mia sorella, ma è un’insegnante di quest’Accademia, una coreografia. Ci abbiamo creduto tantissimo ed è per questo che siamo arrivati ad iscriverci a questa gara dato che ritenevo che quello fosse il momento giusto per farlo. Questo capriccio ci ha portati alla vittoria di “Ballando con te”.

Siamo a conoscenza che avete avuto anche un’esperienza molto importante a New York. Raccontaci.
– L’esperienza di New York è stata diversa, ma altrettanto forte perché abbiamo ballato dopo Eddie Torres, il re del Mambo e colui che ha inventato questo stile. Noi abbiamo ballato subito dopo di lui, in un congresso con degli artisti pazzeschi. Siamo ancora increduli nell’aver fatto questa esperienza.

In conclusione di quest’intervista, abbiamo visto e apprezzato la vostra esibizione a “Ballando con te”. Non si trattava di una coreografia di ballo qualunque, ma aveva per tema principale quello della violenza sulle donne. Proprio perché nella tua Accademia vige lo spirito di “Grande Famiglia” e sei riuscita a parlare sulla prima rete nazionale di una tematica così articolata ed importante, cosa ti senti di consigliare alle donne che lottano o che si trovano in situazioni del genere e come il ballo può aiutare a superare questi enormi ostacoli?
– Io penso che il ballo è un grande mezzo sia per superare dei problemi o per svagarsi anche solo per un’ora o, addirittura, per affrontare dei propri blocchi. Credo che ballare in un posto dove ci si sente a casa e in una famiglia sia utile da tantissimi punti di vista. Conosco moltissime persone che mi ripetono frasi del tipo: “Da quando ballo mi sento più sicura di me” oppure “Da quando ballo ho tantissima energia per fare altre attività”. La danza è un mezzo anche per trasmettere emozioni. Ritornando al discorso sulla violenza di genere credo che ballare non è soltanto fare dei passi e farli tecnicamente al massimo, ma farli anche tecnicamente imperfetti perché ciò che è importante è lasciare un alto e profondo messaggio morale, come quello della violenza sulle donne, emozionando e facendo riflettere il pubblico e le persone che stanno lì a guardarci.

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