Il vampiro, la bella e la bestia

"I personaggi di questo film dovrebbero essere arrestati per vagabondaggio con l'intento di lamentarsi". È la critica sicuramente più simpatica fatta da un giornalista del Chicago Sun-Times riguardo l’attesissimo e stradiscusso New Moon. Il secondo film tratto dall’omonimo romanzo della saga di Stephanie Meyer è uscito in anteprima mondiale il 18 novembre e in men che non si dica ha macinato numeri su numeri fino ad arrivare a quarantadue milioni e mezzo di incassi.
A causa si un incidente “domestico”, in New Moon, Edward preoccupato per l’incolumità di Bella decide di lasciarla abbandonando la tetra Forks. Mese dopo mese Bella cade in uno stato catatonico spezzato solo dal suo nuovo amico Jacob che guarda caso è un forte e peloso licantropo. Ma quando il vampiro ritorna con la coda tra le gambe dall’amata scatta la tacita “guerra” tra i due mostri. Tra gelosie, scontri e abbracci strappati l’attenzione di Bella è contesa tra il migliore amico e il ritrovato amore. Il licantropo e il vampiro. “Sembra – dice il filosofo Philip Puszczalowski – che con Edward e Jacob la Meyer abbia voluto ricreare la coppia classica di opposti campbelliani, quasi due facce della stessa medaglia, uno yin e uno yang”.
Ma cosa c’è dietro tutto questo? Una storia d’amore, un romanzo fantasy. O anche somministrati in microcapsule, capitolo dopo capitolo, desideri indicibili, inconcepibili e irrealizzabili della Generation Me. Sogni trascendentali di teenager emo. Echi di una lontana fantasia per trentenni ancora in cerca dell’amore romantico. New moon non ha età, così come non ha età l’amore, o il desiderio di un sentimento così platonico. Una nuova Giulietta che guida un pick-up e desidera l’immortalità, e un Romeo pronto a tutto per averla al suo fianco e difenderla, sono l’estrema conseguenza di una gioventù disillusa alla ricerca di mondi in cui rifugiarsi e  di modelli, seppur insensati, da seguire.
Ogni singola copia del romanzo ha suscitato emozioni diverse e contrastanti in chiunque l’abbia letto. Chris Weitz, che ha ricevuto il testimone da Catherine Hardwicke, è riuscito scena dopo scena, battuta dopo battuta, a riportare il tormento, la bellezza, la solitudine devastante, l’adrenalina, l’amicizia assoluta, la violenza velata di cui è permeata la storia. New moon si libera della staticità, tensione e abnegazione così evidenti in Twilight e si riempie di azione ed effetti speciali. Quella passione silenziosa acquista una nuova sensualità e libertà di movimento  che presenta quei personaggi “umani” e rende possibile in un locus horridus il coronamento dell’amore più bello mai raccontato in poche pagine.

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