Caso policlinico tavolo di concertazione

Il caso policlinico di Tredici di Caserta, sembra avviarsi ad una svolta, almeno è quello che sperano gli operai che, nel tardo pomeriggio di oggi, si sono portati davanti alla prefettura per un evento atteso da quasi un anno e che non era mai avvenuto prima.
La struttura, voluta fortemente dalle istituzioni casertane, per garantire al capoluogo un servizio sanitario all’avanguardia a dispetto di quella vecchia ormai decadente, garantire lavoro per centinaia di persone, è stata poi abbandonata,  poiché i lavori sono stati bloccati dall’interdittiva antimafia. Con la struttura, sono fermi anche gli oltre cento operai del comparto edile, che da aprile, non hanno un lavoro ed attendono speranzosi di riprendere le loro mansioni. Sono state fatte varie manifestazioni, tra cui una fiaccolata in favore degli operai, per sensibilizzare le istituzioni, è stata richiesta più volte di poter parlare con il Rettore delle Università di Napoli, del problema della Sun senza che si arrivasse ad alcun risultato.
Nel pomeriggio di ieri, dopo varie sollecitazioni, si è tenuto un tavolo di concertazione alla Prefettura, alla presenza del prefetto di Caserta, il Rettore dell’Università di Napoli, Francesco Rossi ed il segretario della Cisl Carmine Crisci, in rappresentanza dei lavoratori.
L’oggetto dell’incontro è stato appunto, il policlinico e gli operai.  L’incontro è avvenuto a porte chiuse mentre all’esterno all’addiaccio, circa 70 degli oltre duecento operai, attendevano i risultati.
Dopo circa due ore, è stato il segretario Carmine Crisci a mettere al corrente i lavoratori, di quanto è avvenuto:
“Abbiamo fatto il punto della situazione, c’è stato un chiarimento anche con l’università, sui percorsi che essi avevano intrapreso, e martedì scorso, abbiamo avuto anche l’audizione del Magnifico Rettore alla commissione di vigilanza, e che questi, rispetto ad una richiesta della Pizzerotti, di fare un adeguamento di tutti i prezzi legati al 2009, hanno dovuto fare richiesta alla vigilanza e all’avvocatura dello stato, per avere il consenso o il dissenso a fare ciò. Il rettore si è dato ottimista rispetto a questo ed egli presume che, entro la prossima settimana, ci sarà la risposta e quindi procediamo alla fase di confronto sul procedimento. Noi abbiamo proposto che, se per fine settimana prossima, non arriva la risposta, noi preferiremmo avere un tavolo con tutti i sottoscrittori dell’accordo di programma. Questo bisognerebbe farlo sia in assenza di risposta che in presenza di essa da parte della commissione di vigilanza e dell’avvocatura dello Stato, in modo da fare un procedimento. Tra l’altro, la garanzia che il rettore ci ha dato, è che gli uffici e l’Università stanno lavorando su entrambe le ipotesi: sia che arrivi una risposta positiva, e quindi mettere in corso tutto il procedimento, sia nell’eventualità che la risposta sia negativa, che dovrebbe significare un nuovo appalto, essi stanno già preparando tutta la documentazione che tra l’altro si rivolgerebbe alla stazione unica appaltante in prefettura per accelerare i tempi.  Abbiamo inoltre anche rappresentato le difficoltà strettamente legate ai lavoratori, gli ammortizzatori sociali. I tempi di attesa sono di circa 10 – 12 giorni,  conoscendo le nostre difficoltà”.
“Come sarà il nostro Natale?”, chiedono gli operai.
“Al rettore abbiamo chiesto anche questo, ma il suo non sarà migliore del vostro pensando a queste problematiche”.
Operai: “Il nostro Natale purtroppo, sarà all’insegna dell’insicurezza delle dopo festività. Noi pensiamo che non bastano una decina di giorni per avere delle risposte ma dei mesi e intanto scadranno anche gli ammortizzatori sociali faticosamente conquistati. La cassa integrazione è ormai finita e ci chiediamo: dove andremo a mangiare?”
Crisci: “Abbiamo posto due problemi,  un duplice aspetto: uno, l’autorità di vigilanza che dia l’ok, e su questo il rettore pensa che potremmo avere una risposta in breve. Dopo di ciò per legge il rettore, farà un Consiglio d’amministrazione, e qui, si è instaurato un tavolo permanente che finora non c’era. Nel tavolo permanente  è emerso che mancano due sottoscrittori all’accordo di programma e noi vogliamo che a questo tavolo vengano  tutti i sottoscrittori. Essi dovranno anche valutare che, l’appalto preso in una data ha un valore e preso oggi ne richiede un altro e ci hanno garantito, che stanno lavorando anche su questo aspetto, consapevoli del fatto, che non si possono tenere dei lavoratori in movimento, i quali non si possono controllare”.
Agli operai è stato garantito inoltre, che il rettore delle università appoggerà una richiesta presso la Regione, affinchè non vengano interrotti gli ammortizzatori sociali dopo la scadenza del 31 dicembre.  Se da un lato fa piacere, dall’altro, gli operai si chiedono: ma non sarebbe meglio invece, trasformarlo in stipendio e farci lavorare? Ma la burocrazia si sa, richiede tempo e a conti fatti, da aprile a dicembre, sono passati già nove mesi
“Noi avevamo preso atto del fatto che ci sarebbe stata a settembre l’apertura del cantiere e questo non è avvenuto – continua Carmine Crisci  –  ma se si apre il cantiere, senza una condizione giuridica, lo richiuderebbero presto, quindi meglio avere tutte le condizioni giuste per poter procedere senza intoppi. Dobbiamo avere pazienza ed attendere la risposta della commissione di vigilanza e dell’avvocatura dello stato. A seconda quale essa sarà, si chiamerà la ditta Pizzarotti e si procederà di conseguenza. Se la risposta sarà positiva, si aprirà un confronto con la nuova impresa appaltante se sarà negativa, questa verrà in Prefettura ed aprirà la procedura della stazione unica appaltante ”.
Crisci: “Comunque nel caso di risposta negativa andremo tutti alla Regione per farci ascoltar”.
Domanda: “Altro dubbio che affligge gli operai: in caso di risposta  positiva e saranno riaperti i lavori, questi stessi operai, saranno dentro o fuori?”.
“Non a caso, siamo riusciti ad avere la cassa integrazione e questi operai sono gli unici in Campania del comparto edile ad averla.  Essi sanno che quando il cantiere arriva al 70 per cento, il 30 per cento ne esce con la disoccupazione. Gli operai della Sun percepiscono la disoccupazione, non perché il cantiere è fallito, ma perché si trova in uno stato di stand bye e i lavoratori devono avere la copertura. Adesso, si deve riconoscere loro, la rimanente parte che dovranno ancora avere; se così non fosse, sarebbero stati messi in disoccupazione ordinaria”.
Si tratta quindi di aspettare ancora alcuni giorni che gli operai sperano di non vederli trasformare in mesi, prima di avere risposte. Ancora promesse dunque, e speriamo che stavolta, si arrivi a concretizzarle. Per altro, si sono fatti salti mortali affinchè lo stato elargisse i fondi per l’iniziativa ed ora, si rischia di perderli.

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