Prostituzione, CC sequestrano sette alberghi, uno a San Nicola, ed arrestano 10 persone

I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno arrestato ieri mattina 10 persone (tre in carcere e sette agli arresti domiciliari) in esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura. Ad altre sette persone è stato notificato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono stati posti sotto sequestro un appartamento e sette alberghi, tre dei quali a Pompei, a pochi passi dal Santuario pontificio ed uno a San Nicola La Strada. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione ed alla agevolazione della prostituzione. Nel corso di indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, i militari hanno scoperto l'esistenza della organizzazione e le attività del gruppo nel quale erano coinvolte prostitute italiane e straniere, gestori di alberghi nelle province di Napoli, San Nicola La Strada ed Avellino e la proprietaria 57enne di un immobile messo a disposizione per il meretricio. Che San Nicola La Strada fosse al centro di un intenso “mercato del sesso” era noto da tempo. A parte la lunga sequela di prostitute che al primo calar delle tenebre affollano il Viale Carlo III^, in città è fiorente anche il meretricio negli appartamenti. Su un sito online e su un noto quotidiano nazionale, sono pubblicate quotidianamente inserzioni che non lasciano adito ad alcun dubbio: in quelle case si pratica il mestiere più antico del mondo. A settembra dell'anno scorso gli uomini dell'Arma dei Carabinieri, agli ordini del Luogotenente Pio Marino, presso il palazzo Feola, sito in via Einaudi, all’ultimo piano scoprirono un appartamento dove la trentanovenne XWE MIE, immigrata senza permesso di soggiorno della Repubblica Popolare cinese, era dedita al meretricio. La donna, grazie all’inserzione pubblicata sul noto quotidiano nazionale, vendeva il suo corpo dietro compenso. Il Luogotenente Marino, venuto a conoscenza di ciò che avveniva all’ultimo piano del Palazzo Feola, ha disposto una lunga serie di appostamenti diurni e notturni allo scopo di cogliere la donna in flagrante. Così, dopo alcuni giorni di appostamenti, i Carabinieri notavano un altro cinese, tale PAN GUO BAO, trentasei anni, anch’egli di nazionalità cinese, entrare nel palazzo. A questo punto, in abiti civili, i Carabinieri hanno seguito l’uomo e quando lo hanno visto entrare nell’appartamento della donna, sono entrati in azione, cogliendo l’uomo in flagranza di reato. Alcuni mesi prima la Polizia di Stato arrestò una quarantunenne incensurata di San Marco Evangelista, tale M. G., la quale, ogni giorno accompagnava al lavoro e le prelevava a fine giornata, diverse prostitute. Per il suo “disturbo” la donna pretendeva un compenso di 30 euro al giorno per accompagnare, con la propria auto al mattino e riprendere a sera, tre prostitute rumene, una delle quali diciassettenne, nella zona industriale di Pignataro Maggiore. Ed è soltanto di due settimane orsono che il locale notturno "Femina 2" è stato sequestrato nell'ambito di una indagine condotta dalla Dda di Napoli per l'ipotesi di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Secondo le indagini della Direzione distrettuale antimafia partenopea, che hanno portato al sequestro preventivo del "Femina 1" e "Femina 2" i due proprietari delle strutture, non solo tolleravano la presenza di prostitute nel locale, ma li utilizzavano per reclutare e indurre alla prostituzione donne italiane e straniere, prevalentemente dell'Est europeo, sfruttandone il “lavoro”. Quella scattata ieri è la conferma che San Nicola La Strada, da tranquilla cittadina una volta dedita all'agricoltura, ora è passata a quella ben più redditizia del sesso a pagamento. L'inchiesta di ieri è scattata dopo un servizio di Exit trasmesso da La7 il 15 ottobre 2007. nel corso dell'indagine i Carabinieri, che ha sgominato un'organizzazione dedita al favoreggiamento della prostituzione, ha scoperto che utilizzavano anche le camere di tre alberghi di Pompei: Le Anfore, del Mec e dell'Astoria. Quest'ultimo, in particolare, è nello stesso quartiere della cittadina vesuviana dove c'é anche il Santuario dedicato alla Vergine Maria. L'operazione, condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata è stata denominata “Lupa”, parola che in latino vuol dire prostituta e che, nell'antica Pompei, con il termine “lupanari” indicava le case dove veniva esercitata la professione più antica del mondo. Ed a San Nicola La Strada di “lupanari” ce sono parecchi. Nell'inchiesta, Exit mise in risalto che soprattutto le prostitute attendevano i clienti in strada di sera a Pompei in prossimità della Villa dei Misteri, uno dei siti archeologici più visitati dai turisti. L'indagine dei militari ha permesso di appurare che a capo dell'organizzazione, gestita a conduzione familiare, c'era una donna, Maria Rosaria Rispoli, 47 anni. Sotto di lei aveva tre luogotenenti: il marito Francesco Danzante, quarantenne, e i figli di prime nozze Vincenzo e Rosa Velleca entrambi ventenni. Quest'ultima, in particolare, di tanto in tanto si prostituiva a sua volta per “arrotondare i conti” o per coprire eventuali richieste straordinarie che la vedevano protagonista di performance erotiche insieme alla compagna del fratello Vincenzo, una polacca a sua volta ventenne. L'organizzazione gestiva circa 25 prostitute, quasi tutte trentenni italiane. Non sono emersi legami con la camorra ma gli investigatori non escludono che, considerato il giro d'affari, l'organizzazione non versasse quota-parte degli incassi a qualche clan locale. Complessivamente sono 17 le misure cautelari eseguite questa mattina: nove persone, tra cui La Rispoli, il marito e il figlio, sono stati condotte in carcere; alla figlia Rosa sono stati concessi gli arresti domiciliari perché ha avuto un figlio da un mese, per gli altri sette è stato disposto l'obbligo di firma. Ai 17 vanno aggiunti sette albergatori, compreso quello di San Nicola La Strada, o proprietari di appartamenti denunciati. Oltre ai tre alberghi di Pompei, l'organizzazione utilizzava anche un appartamento al Vomero a Napoli e strutture ricettive a Mercogliano e Serino, nell'Avellinese e San Nicola la Strada nel Casertano. Dalle indagini è emerso che l'organizzazione gestiva le prostitute, tutte consenzienti, con professionalità. Un turno di lavoro era di dieci ore, dalle 9.00 alle 19.00. Erano previste giornate di riposo e ogni prostituta aveva a disposizione un autista che l'accompagnava nell'albergo dove avveniva l'incontro con il cliente. Da una intercettazione telefonica è emerso che avvenivano anche ispezioni sul lavoro. Nella telefonata un affiliato chiama Maria Rosaria Rispoli avvertendo che una prostituta era stata trovata con il trucco in disordine e che nella camera il letto non era stato rifatto mentre un cliente era in attesa. Il prezzo per ogni prestazione, che durava circa un'ora, era fisso, 130 euro: 30 euro andavano alla struttura ricettiva, 50 all'organizzazione e 50 alla prostituta che a suo carico aveva le spese per l'autista e per l'annuncio, circa 85 euro, che veniva pubblicato sulla stampa locale e nazionale. Nell'inserzione, venivano utilizzati numeri di cellulari ai quali rispondeva una centralinista, ruolo svolto a turno dalle stesse prostitute. Dopo la chiamata il cliente veniva indirizzato alla camera libera mentre una prostituta vi giungeva con l'autista. Da una prostituta si arrivava a guadagnare in un giorno anche 2.000 euro e ogni giorno lavoravano circa 20 delle 25 a disposizione per un giro d'affati completamente in nero di almeno un milione e 200 mila euro al mese. Le prostitute venivano reclutate attraverso contatti con altre organizzazioni simili. Il turn over era costante. L'arrivo di nuove “ragazze” veniva subito pubblicizzato e ciò faceva crescere le rischieste. Alcune prostitute erano parte integrante dell'organizzazione. I clienti erano soprattutto gente del posto, di ogni ceto sociale. Dai riscontri è emerso anche che uno dei titolari degli alberghi coinvolti, la cui struttura ora è sotto sequestro, il 26 ottobre 2007 rilasciò un'intervista al noto quotidiano nazionale in cui affermava di auspicare una serie mirata di azioni volte a debellare la prostituzione e chiedeva una presenza più forte delle istituzioni sul territorio. Non c'è che dire, una bella faccia di bronzo. Nell'appartamento al Vomero che l'organizzazione utilizzava, c'é stato infine il decesso di un cliente, un medico di Napoli. E' accaduto nel giorno di San Valentino del 2008. Il professionista era con una delle prostitute dell'organizzazione e dall'autopsia è emerso che aveva assunto psicofarmaci forse per aumentare la prestazione. L'uomo era stato colpito da un infarto.

 

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