Disastro ambientale a due passi dalla città

Per chi non la conoscesse, la masseria Monti è una vecchia cava di tufo ormai dismessa di proprietà dei Moccia di Afragola e vicinissima ad un antico palazzo settecentesco a sud-ovest di Maddaloni ed a pochi passi dalla città di San Marco Evangelista. E' un sito posto sotto sequestro a seguito di ripetute denunce fatte dai cittadini alle autorità, per le continue esalazioni velenose risalenti dal terreno di riempimento. "Mai messo in sicurezza" – ha affermato Antonio Cuomo del Comitato per la Vivibilità di Maddaloni – "non risulta neanche essere recintato, nessun cartello di allarme o avvertimento e chiunque può continuare a sversare di tutto e di più nei profondi crepacci. Antiche testimonianze confermano che sotto i diversi spiritelli di fumo acido e biancastro che si alzano dal terreno, si nascondono interi rimorchi di taniche, bidoni e contenitori di sostanze chimiche altamente pericolose. Col passare degli anni" – ha aggiunto Cuomo – "le taniche si sono consumate e stanno liberando sostanze che corrodono il terreno stesso, che, liquefacendosi, sprofonda e genera profonde voragini. Respirare i veleni vaganti nell'aria anche per un momento potrebbe provocare danni anche irreversibili. Di sera il paesaggio assume l’aspetto di un luogo infernale dove una nube tossica serpeggia sul terreno e si deposita sulla vegetazione. Le esalazioni" – aggiunge – "sono così acri ed aggressive che di più non si può. Quello che invece filtra sotto la superficie, lo possiamo solo immaginare. L’ARPAC tre settimane fa ha eseguito dei rilievi per determinare la natura delle fumarole ed il livello di inquinamento della falda acquifera che proprio all’interno della cava emerge e forma un laghetto. Come si sa, è proprio dalla falda acquifera che vengono pescate le acque per l’irrigazione dei finocchi e quant’altro. Per questo motivo il dipartimento per la prevenzione del distretto 13 dell’ASL di Caserta ha avvertito il sindaco Farina che le coltivazioni intorno al sito sono da ritenersi avvelenate e quindi non commercializzabili se non prima di un accurato controllo sanitario, come pure debba essere sospesa ogni ulteriore coltivazione agricola sui terreni circostanti la vaca fino a necessaria e avvenuta bonifica. Sia l'Arpac che l’ASL" – sottolinea Cuomo – "hanno sentenziato che le fumarole vadano urgentemente soffocate. Su quest’ultimo punto noi del Comitato per la Vivibilità non siamo d’accordo in quanto, reduci dall’esperienza del foro boario, pensiamo che ciò che non si vede più è destinato a scomparire anche dalle quotidiane preoccupazioni di chi è preposto ad intervenire. L'acqua della falda che affiora all’interno della cava, raccoglie i veleni disciolti e li trasporta dovunque verso ovest. Non vorrei fare inutile allarmismo o affrettati collegamenti, ma più persone che abitano nei pressi della cava, sono morte malamente. L'attuale assessore all'ambiente di Maddaloni annunciava, in un incontro avuto di recente con il nostro comitato, la bonifica ormai imminente del foro boario, grande piaga della città e testimonianza di amministrazioni assenti e burocrati, bonifica a fianco della quale avrebbe agganciato con ogni probabilità quella della suddetta Masseria Monti e aggiungeva: " se ciò non dovesse avvenire guiderò io stesso in protesta l'intera città fino alla Regione Campania". Solo allora potremo sapere se a morire saremo solo noi oppure anche San Marco Evangelista o anche Marcianise e via via. Apprezziamo molto l’intenzione dell’Ass. Liccardo che non vuole fermarsi all’osservazione delle procedure ma schierarsi giustamente a paladino della salute dei cittadini e dell’ambiente con azioni pacifiche ed incisive. Noi abbiamo una memoria da elefanti" – ha concluso Cuomo – "ed a questi discorsi non siamo nuovi; ci dìa un termine il nostro assessore; aspettiamo di essere smentiti".

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