Le Mulieres e il Giardino della Minerva della Scuola Medica Salernitana
Di quanta vita, quanti scambi, quanta cultura si è imbevuto il termine “Mediterraneo” per non essere più solo il toponimo di un mare qualsiasi, ma l’indicazione di un inscindibile patrimonio umano di sparpagliate civiltà formatesi sulle coste, fino agli entroterra che ad esso si riferiscono. Quante contaminazioni, arti, incroci e quante leggende che, pur non avendo rigoroso valore storico, testimoniano il sincretismo culturale che ha sempre caratterizzato lo spirito del Mezzogiorno d’Italia.
È proprio una leggenda, ad esempio, quella che ci racconta la nascita della più antica e più importante istituzione medica occidentale nel Medioevo, da molti considerata l’antesignana delle moderne università: la Scuola Medica Salernitana (IX secolo). Pare che Pontus, Salernus, Elinus e Abdela, quattro pellegrini rispettivamente un greco, un latino, un ebreo e un arabo trovarono, per un caso fortuito, tutti e quattro riparo da un temporale sotto gli archi dell’acquedotto dell’Arce (per i salernitani ‘i ponte ru’ riavule). Nel medicare la ferita di uno di essi, si scoprirono tutti conoscitori dell’ars medica e decisero di istituire un sodalizio per far nascere una scuola dove le conoscenze mediche potessero essere studiate e divulgate.
Una incredibile esperienza che per secoli ha prodotto trattati, manuali e principi di anatomia, chirurgia, igiene, urologia, ostetricia, botanica, farmacologia che sono diventati la base della medicina moderna e della cultura della prevenzione. Una istituzione che, a dispetto dei tempi, si è saputa avvalere dell’acume delle donne, che potevano accedere agli alti gradi della gerarchia universitaria ed esercitavano l’arte medica spesso superando nell’opera gli uomini. Erano le Mulieres Salernitanae, la più rappresentativa delle quali è forse la bella e leggendaria Trotula de Ruggero, particolarmente concentrata in studi e pratiche sulle malattie legate al parto, madre dell’ostetricia e considerata a giusto titolo la prima ginecologa della storia.
Una storia di primazia, di progresso e di libertà che comprende ancora un ulteriore primato, quello del Giardino della Minerva, nel centro storico di Salerno (al vicolo Ferrante Sanseverino 1), creato dal medico Matteo Silvatico quale giardino dei semplici (il giardino medievale dei monasteri) per le sue lezioni agli studenti e per condurre ricerche e sperimentazioni. Il Giardino, disposto su diversi livelli dai quali si può godere di uno splendido panorama sul centro storico della città e sul porto, è senza dubbio il più antico Orto Botanico dell’Occidente il cui particolare sistema idrico di pendenze, cascate e fontane, ha garantito il mantenimento a coltura nei secoli.