Il dovere della salute

La salute secondo l’O.M.S. é “uno stato di benessere fisico-mentale e sociale” e non consiste solo nell’assenza di malattia o infermità, essa non è un bene personale, bensì collettivo, un vero e proprio dovere sociale. Durante un’epidemia la pratica del distanziamento sociale e delle altre misure di contenimento non farmacologico dell’infezione, possono sembrare atti anti-costituzionali, perchè limitano la libertà individuale, ma così non è. Il distanziamento sociale mira a ridurre la frequenza dei contatti ed aumentare la distanza fisica tra le persone riducendo i rischi della trasmissione da persona a persona. Fa parte della memoria storica che durante la pandemia del 1918, l’eccesso dei tassi di mortalità sono diminuiti in alcune città degli Stati Uniti d’America dopo l’attuazione di una serie di interventi, tra cui l’isolamento o quarantena, chiusura delle scuole, divieto di riunioni pubbliche ed orari di lavoro scaglionati. Allo stato attuale ciò che legittima la adozione di misure governative, non è il diritto alla salute del singolo, ma la tutela della salute come interesse collettivo ed il dovere di solidarietà, che incombe su tutti, ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione. Il concetto è: sono totalmente libero di farmi del male, ma non di arrecare danni agli altri perchè la tutela della salute come interesse collettivo, va oltre il diritto e la libertà individuale. Quindi la libertà individuale di agire ha un limite quando provoca danno agli altri.

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