Italo Svevo: colui che non si adatta alla vita
Letterario italiano nella prima metà del Novecento, originario della Liguria, riceve una formazione scolastica in Germania insieme ai fratelli per iniziare una carriera industriale e commerciale, come desidera suo padre. Pertanto non ha una guida letteraria per soddisfare il suo desiderio di diventare scrittore, lavora da autodidatta ed inizierà con scritture private come lettere e diari autobiografici. Svevo intervalla durante la sua vita la dedizione all’attività letteraria, ma il desiderio è sempre vivo nel suo animo. Al contrario degli altri esponenti della filosofia e letteratura italiana e straniera, per Svevo la Prima Guerra Mondiale è un punto di svolta positiva, per cambiare la sua attività, infatti grazie alla chiusura delle attività industriali, può dedicarsi completamente all’attività letteraria. I tre romanzi che l’autore scrive sono: “Una vita”, “Senilità” e “La coscienza di Zeno” dove è possibile denotare i caratteri della figura cara a Svevo, l’inetto, colui che non si adatta a vivere, che si lascia trasportare e non riesce mai ad essere il protagonista, figura che nel suo pieno si contrappone a quella del superuomo di Nietzsche e di D’Annunzio. Nel primo romanzo, così come elencati precedentemente, il protagonista è Alfonso Nitti ed è considerato un inetto perché non riesce a realizzare la propria vita, nel momento in cui dovrebbe sposarsi, teme un cambiamento e mente simulando una presunta malattia della madre per andare via; nel secondo romanzo Emilio Brentani vive con la sorella Amalia ed ha una relazione con Angiolina, colei che egli nella sua mente raffigura come la donna angelo, purissima e degna di un amore angelico, tutto ciò che la donna ben presto non si rivelerà di essere. E poi il suo capolavoro è la Coscienza di Zeno in cui il protagonista Zeno Cosini è un uomo malato e viene curato dal dottore S, la cura consiste anche nella scrittura di un diario da parte di Zeno, però quando Zeno decide di non andare più dal dottore S perché è convinto di essere guarito, il dottore si vendica decidendo di pubblicare il diario che appunto è l’opera di Svevo. Inoltre il pensiero di Svevo riguardo la figura dell’inetto sarà differente, all’inizio l’inettitudine è vista in posizione completamente negativa mentre con il saggio sulla teoria di Darwin, l’inetto diventerà per l’autore una figura prediletta, colui che ha una visione aperta e può ancora continuare a conseguire la sua formazione.