Jean Henry Dunant e Louis Paul Amédée Appia: gli albori della Croce Rossa e l’evoluzione del “carro ambulanza”

Jean Henry Dunant (foto in evidenza) nacque a Ginevra, in Svizzera, l’8 maggio 1828 ed è l’ideatore e il fondatore della Croce Rossa. Sin da adolescente si interessò di questioni serie ed importanti come l’abolizione della schiavitù, aderì alla Societè d’aumònes (Società di beneficenza), e svolgeva attività di volontariato presso il carcere elvetico dell’Eveché. Nel 1851 divenne segretario dell’Union Chretienne de Genève (Unione Cristiana di Ginevra), carica che mantenne per circa 10 anni. Nel corso della sua vita visitò il Nord Africa compiendo un percorso tra Algeria e Tunisi, e fu nell’Italia insulare, precisamente sull’isola più grande del Mediterraneo, la Sicilia. Nel 1858 fu dato alle stampe il suo Notice sur la Régence de Tunis (Relazione sulla Reggenza di Tunisi) per i tipi di Jules Fick. Un Souvenir de Solférino (Un ricordo di Solferino) è il suo diario di guerra pubblicato nel 1862 e narra della battaglia di Solferino, l’aspro scontro avvenuto tra l’esercito austriaco e quello franco-piemontese. Il memoriale ebbe una così grande risonanza che due anni dopo la sua pubblicazione, esattamente il 22 agosto 1864, fu firmata la Convenzione di Ginevra. In Un Souvenir de Solférino sono espressi i 7 principi sui quali si basa il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontarietà, Unità e Universalità. Nel 1901 gli fu conferito dal Governo svedese il Premio Nobel per la Pace, onorificenza attribuita per la prima volta per la dedizione a questo valore universale. Dunant morì ad Heiden, in Svizzera, il 30 ottobre 1910. Louis Paul Amédée Appia nacque in Germania il 13 ottobre 1818, precisamente ad Hanau, e morì in Svizzera il 1° maggio 1898. A lui si deve l’evoluzione del “carro ambulanza”, concepito nel XVI secolo dal medico francese Ambroise Parè, considerato il padre della chirurgia moderna. Durante il periodo risorgimentale fu in Italia ed ebbe modo di vedere i posti medici avanzati allestiti durante la Seconda Guerra d’Indipendenza dalla sanità militare. Nel 1864 fu inviato sul campo durante la seconda guerra dello Schleswig tra il Regno di Danimarca e gli Stati della Confederazione germanica: la guerra dei Ducati evidenziò agli occhi del medico tedesco tutte le impasse riguardo le azioni d’aiuto, l’assistenza ai feriti e il sostegno alla popolazione civile. Due anni più tardi, durante gli scontri tra il Regno d’Italia e l’Impero austriaco nella Terza Guerra d’Indipendenza, fu a Tiarno, dove curò i militi del Corpo Volontari Italiani del Regio Esercito: anche in quest’occasione ebbe modo di sperimentare la complessità dell’applicazione dei principi di cui era fautore. La sua opera fu instancabile e lo stesso Eroe dei Due Mondi elogiò personalmente a Pieve di Bono il medico dell’Assia e tutti i membri appartenenti all’organizzazione.

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