Le tre sorelle carnali
Anno Domini 1412, nella città di Toledo, tre cavalieri Osso, Mastrosso e Carcagnosso commettono un delitto, per vendicare l’onore della sorella che è stata stuprata, poi fuggono a Favignana (TP) nel castello di Santa Caterina dove restano per 25 anni e scrivono le normative e le regole della onorata società, al fine di sentirsi reciprocamente protetti, gettando le basi di quella che sarebbe diventata la criminalità organizzata. Il significato dei loro nomi: Osso – lo scheletro, Mastrosso – la testa, Carcagnosso – il calcagno, indicano le tre parti di una unica entità, e come tali intendevano agire, la scelta dell’esilio dopo il delitto e la fuga in mare, il rifugio nel castello divorati dalla nostalgia. Osso in Sicilia fonda la mafia, Mastrosso in Calabria fonda la ‘ndrangheta e Carcagnosso in Campania la camorra. Come tre sorelle carnali. Tutto in nome dell’onore, non ci sono parole per spiegare cos’è l’onore. Angelo Sindoni docente di storia moderna all’Università di Messina definisce: cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra come le tre sorelle carnali, richiamando la leggenda dei tre cavalieri spagnoli che si stabilirono in Sicilia, Calabria e Campania, fondando la criminalità organizzata nelle tre regioni, una leggenda che custodisce un significato sociologico. La storia ci insegna come alcuni gruppi non si sono adattati alla modernità ed al cambiamento e non sono sopravvissuti. Ad esempio il brigantaggio che non era un gruppo di criminali, ma aveva assunto colori politici, non è sopravvissuto all’Unità d’Italia, ha avuto una propaggine di banditismo che è continuato per qualche aspetto fino alla Seconda Guerra Mondiale, ma di fatto si è estinto quando la società rurale si è definitivamente modernizzata, mentre la mafia come gruppo criminale è stata flessibile e si è adattata alla modernità sopravvivendo.