La Convenzione dell’Aja del 1954 per la protezione dei Beni Culturali in caso di conflitto armato
All’indomani del II conflitto mondiale nacque l’esigenza della tutela dei Beni Culturali: in seno all’Organizzazione delle Nazioni Unite fu creata l’United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, Agenzia nota con la sigla UNESCO istituita nel corso della Conferenza dei Ministri Alleati dell’Educazione del ‘45. Partendo dal presupposto che il patrimonio culturale dell’uomo è eredità dell’uomo stesso, l’accordo sancisce che è necessaria un’azione protettiva sopranazionale per la tutela dei beni di rilievo della storia della civiltà: le espressioni artistiche quali testimonianze culturali della vita dei popoli vanno salvaguardate da eventuali conflitti armati attraverso un’opportuna opera di sensibilizzazione, informazione e formazione dei belligeranti, ed anche attraverso una simbologia chiara facilmente individuabile durante la lotta armata. Il segno di riconoscimento a protezione dei Beni Culturali, dei locali per la conservazione di questi ultimi, dei mezzi adibiti al loro spostamento e dell’organico impiegato a tale funzione è lo “Scudo blu”: lo scudo viene definito dall’Art.16 della succitata Convenzione come una losanga turchina piena appoggiata su uno spigolo e sormontata da un triangolo capovolto, sempre pieno e dello stesso colore azzurro cupo, il tutto su campo bianco. Il successivo Art.17 ne disciplina il triplice uso nel caso di siti, fabbricati ed edifici con protezione speciale, i rifugi estemporanei, e i trasporti d’urgenza e sotto la succitata protezione speciale. Cosa vuol dire “protezione speciale”? La “protezione speciale”, insieme a quella “generale”, rappresenta la duplice suddivisione stabilita dall’accordo olandese, a cui si è aggiunta nel 1999 quella “rinforzata”, protezione istituita dal Secondo Protocollo aggiuntivo. La distinzione di protezione speciale è stata attribuita, in Italia, a 55 siti di grande interesse culturale, gli altri siti godono di “protezione generale”: inutile ribadire che tali siti non devono avere nulla a che fare con strutture o con obiettivi di interesse militare. Oltre all’United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization dell’ONU, esistono altri Enti deputati alla divulgazione dei principi contenuti nella Convenzione nederlandese, e tra quelli più noti si ricordano l’International Commitee of the Blue Shield del Regno Unito, il Comitato Internazionale della Croce Rossa di Ginevra, l’International Council on Monuments and Sites di Parigi e l’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario di Sanremo, in Liguria. Tra le Non-Governmental Organizations, le associazioni autonome non vincolate dalle Nazioni in cui nascono, vanno ricordate la Swiss Society for Cultural Property Protection elvetica, nata oltre 50 anni fa, e la Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali con sede a Viguzzolo, in provincia di Alessandria. Nel 1999 è stato istituito in Italia il Gruppo per la prevenzione dei Beni Culturali dai rischi naturali (GLABEC) che vede impegnata la compagine governativa con cinque rappresentanti provenienti dal Dicastero dell’Interno, da quello per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, e dall’organo di governo della Protezione Civile facente parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri.