Urina sotto Palazzo Chigi e insulti choc a Mattarella: episodi di inciviltà a Roma

“La mafia ha ucciso il fratello sbagliato” è l’orrendo insulto rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La frase è stata pronunciata da militante mentre reggeva un lungo tricolore tra via del Corso e piazza del Popolo, durante la manifestazione di ieri a Roma.
Gli investigatori della Digos della polizia invieranno nelle prossime ore una informativa riguardo le ingiurie rivolte al presidente della Repubblica durante le manifestazioni di protesta avvenute in occasione della festa del 2 giugno.
Secondo quanto si è appreso gli inquirenti acquisiranno video e foto anche pubblicate sul web per arrivare alla completa identificazione degli autori delle offese contro il capo dello Stato.
La frase ripetuta due volte è stata registrata dal giornale online “Globalist“: a pronunciarla un manifestante che stava tenendo il lungo tricolore in via del Corso per il corteo delle opposizioni per il 2 giugno.
Condanne bipartisan
“Non è mia abitudine esprimere opinioni o giudizi sui cortei. Ritengo che ognuno abbia la libertà, sempre, di manifestare le proprie opinioni pacificamente – dice Luigi di Maio – Ma bisogna abbassare i toni e la politica, per prima, deve poter dare il buon esempio”.
Ferma anche la condanna, su Twitter, della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che bolla gli insulti come “parola offensive che Fdi condanna senza se e senza ma, che non condividiamo in nessun modo e dalle quali prendiamo fermamente le distanze”.
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Il secondo episodio: pipì sul muro di Palazzo Chigi
Secondo quanto si è appreso la Digos nella giornata di ieri ha poi denunciato N.F., ristoratore toscano ed esponente di spicco del Fronte di Liberazione Popolare che sabato scorso ha partecipato alla manifestazione organizzata nel centro di Roma dal gruppo social “Marcia su Roma”.
Si sente in un video pubblicato sui social “abbiamo deciso di concludere questa magnifica serata andando a pisciare sotto l’ufficio di Conte” e ancora “così facciamo vedere il rispetto che abbiamo per questa gente qua”.
“Andiamo a cercare la presidenza del consiglio, andiamo a pisciare sotto la casa di Conte”
I reati segnalati sono: vilipendio alla Repubblica e alle istituzioni, apologia di fascismo, istigazione a disobbedire alle leggi, atti contrari alla pubblica decenza e manifestazione non autorizzata.
Il commento di Leonardo Cecchi
Uno degli organizzatori della “Marcia su Roma” dell’altro giorno. Di quella bella manifestazione con maxi-assembramento. Che, per insultare Conte e lo Stato, ha deciso di fare i propri bisogni davanti a Palazzo Chigi. Ridendosela, filmando il tutto.
Bene. Adesso lo Stato risponde: la Digos lo ha raggiunto nell’hotel dove aspettava per andare anche alla manifestazione di Salvini e Meloni (giustamente), e gli ha dato la buona notizia: denunciato per vilipendio alla Repubblica e alle istituzioni, per apologia del fascismo, per istigazione a disobbedire alle leggi e infine anche per atti contrari alla pubblica decenza. Non potrà mettere piede a Roma per due anni.
Misure durissime servono allora per questa gente.
Durissime. E non c’entra niente destra-sinistra. Diritto di manifestare o meno.
C’entra che questa è barbarie. Oscena barbarie segnale di un tramonto di civiltà.
Contro la quale occorre combattere così: denunciando, punendo. Duramente.
E se per farlo occorre inseguire, uno ad uno, questi esseri e farli denunciare dalla Digos, ben venga.
Perché c’è tanto lavoro da fare.
E perché qui ormai è uno scontro per la sopravvivenza della nostra civiltà.

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