L’Annunciazione del Beato Angelico
Il 3 ottobre 1982 Sua Santità Papa Giovanni Paolo II proclamò Beato il vicchiese Fra’ Guido di Pietro dell’Ordine dei Frati Predicatori, che due anni più tardi fu dichiarato ufficialmente Patrono degli artisti: Guido si consacrò a vita religiosa presso il cenobio fiesolano di San Domenico verso l’anno 1420 assumendo il nome di Giovanni, ma il celebre artiere è ricordato universalmente con lo pseudonimo di Beato Angelico. L’eredità artistica dell’“Angelicus pictor”, patrimonio estetico dell’arte pittorica rinascimentale, ebbe ampie ascendenze sui Maestri coevi e su quelli successivi. La Pinacoteca del Prado, il Museo madrileno del Regno di Spagna voluto da Re Carlo III di Borbone, conserva la tempera su tavola dell’“Annunciazione”, una pala d’altare, un meraviglioso dipinto di Maria Nostra Signora con San Gabriele Arcangelo, e un penta riquadro ligneo, la predella, con episodi della vita della Corredentrice. È verosimile che l’“Annunciazione” del Palazzo di Villanueva facesse parte di un progetto di tre dipinti riguardanti il messaggio dell’Incarnazione del Verbo, insieme alle tavole conservate in Toscana presso il Museo sangiovannese della Basilica di Santa Maria delle Grazie e presso il Museo diocesano di Cortona. Le geometrie di due archi a tutto sesto di una loggia, sostenuti da colonne con foglie di acanto e volute, fanno da cornice alla Vergine Maria e al messaggero divino, mentre sulla sinistra del dipinto si vede un terreno erboso con infiorescenze policrome, emblema iconografico dell’Eden biblico e del concepimento verginale del Nazareno. Il volto del Profeta Isaia, incorniciato dal nimbo, è “scolpito” in un medaglione all’incrocio delle due volte, accompagnato da due ornamenti scultorei decorativi e sovrastato da una greca ornamentale. I fornici sono cosparsi di stelle e la casa della Vergine Maria ricorda la nobiltà morale della disciplina claustrale. La Corredentrice, cinta di nimbo, è seduta su uno scranno ed una stoffa pregevole, indossa una mantella color del cielo posta su un’elegante veste rosacea, ed ha con sé un libro sacro: la consapevolezza del suo alto ufficio è visibile nella postura assunta dalle braccia e dal volto. L’inviato di Dio, l’Arcangelo Gabriele, si inchina al cospetto della Vergine e annuncia il volere del Signore: il capo supremo delle creature celesti indossa una veste carnicina e le sue bellissime ali auree sono dipinte ancora distese. Nel giardino si vedono i progenitori biblici dell’umanità sotto lo sguardo compassionevole di uno spirito celeste aligero a causa della loro espulsione dal Regno dei Cieli; un dardo di luce parte dalle mani dell’Altissimo per irradiare la Vergine Maria, e la terza persona della Trinità, il Paracleto, compare sotto forma di colomba. La fascia sottostante presenta la succitata penta ripartizione in “fotogrammi” pittorici riguardanti Maria di Nazareth, che termina con la stupenda “Dormitio Virginis”, la “dormizione” della Madre del Redentore.