Lettera per il Dr. Adriano Telese

Egr. Direttore, sono Giovanni D., un disoccupato di Caserta. Ho letto sul blog del Dott. Adriano Telese, Candidato alle prossime elezioni regionali, che pensa di dare posti di lavoro attraverso la rivalutazione turistica e artigianale. Ma se gli artigiani sono quasi tutti spariti come può decollare questa forma turistica e quindi creare nuove opportunità lavorative? E poi, gli imprenditori hanno timore di investire in una Regione ad alto rischio malavitoso? Desidererei ricevere, attraverso il Suo sito, una risposta dal dott. Telese. Grazie. Un giovane disoccupato. Giriamo la Sua richiesta al dott. Adriano Telese. Ecco la risposta: “Caro Giovanni, Caserta risulta ogni anno relegata agli ultimi posti nella graduatoria delle province d´Italia per P.I.L, per reddito pro-capite, per qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini, per vivibilità ambientale e sociale. Nell´ultimo biennio un casertano su dieci è emigrato. Il territorio agricolo ora è sfilacciato, le aree agricole restano residuali, il tentativo di industrializzazione ha danneggiato anche il settore primario, indebolitosi per far spazio a zone industriali, commerciali, amministrative. Le aree industriali si stanno svuotando, nei capannoni industriali si insediano sempre più attività commerciali. Il terziario è in espansione ma le singole attività rendono sempre meno, infatti vi è un limite massimo allo sviluppo del commercio, ovvero i consumi interni. Tutto questo però non deve portare a nessun vittimismo, delle soluzioni per risollevare le sorti del Sud ci sono, come la volontà di molte persone di farlo. Certo è che oggi come oggi le amministrazioni pubbliche sono un tappo alla ripresa economica. I rappresentanti elettivi non si prefiggono nemmeno più l´obiettivo di generare occupazione portando avanti politiche economiche, lasciano il territorio solo verso il proprio destino per accaparrarsi quegli ultimi posti di lavoro pubblici e semi-pubblici sicuri da offrire ai loro amici. Ma anche quelli prima o poi finiranno. Se prima aveva la meglio chi aveva la "botta", oggi vince chi ce l´ha più grossa. Le iniziative private invece sono già sovraccariche di personale. Ne servono per forza di nuove. Quindi deve trovarsi un rimedio. La speranza che oggi ripongo per la nostra economia sinceramente è nell´Unione europea, l´unico ente che si occupa di elaborare serie politiche economiche per il nostro Meridione. Poi ovviamente la speranza è nei cittadini liberi come penso proprio che lo sia tu e nella vostra (nostra) mentalità. Le opportunità di sviluppo comunque non mancano: o l´alto casertano può diventare un corridoio di collegamento logistico Roma-Napoli, garantendo il flusso di merci che dal porto di Napoli sono dirette al Centro e al Nord Italia, oltrechè negli agli stati europei; o il turismo con le bellezze artistiche e naturalistiche della provincia è ancora un tesoro da valorizzare; o le potenzialità commerciali del Mar Mediterraneo sono altamente inespresse, in più la pesca è un´attività totalmente inesistente oggi in provincia; o moltissimi studenti e laureati che lavorano lontano da Caserta sono una risorsa che se almeno in parte in futuro tornerà alla base sicuramente porterà esperienza e competenze; o i Fondi Strutturali offerti dalla Comunità Europea garantiscono un importante sostegno allo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Fondo Sociale, Fondo di Coesione, Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale, Fondo Europeo per la Pesca), bisogna solo sfruttarle; o la tradizione artigianale ed alimentare è di eccellenza e non si esprime oltre iniziative di piccola dimensione; o un clima così mite e un territorio ricco d´acqua come la provincia di Caserta non si trova facilmente altrove, consente l´allevamento e la coltivazione di alcuni prodotti della terra con un rendimento elevatissimo. Dovremmo essere preoccupati se non vi fosse niente di tutto questo. Se si è in crisi e non vi sono le opportunità per crescere, si è spacciati. Se siamo in crisi perchè non sfruttiamo le opportunità che possono generare un vantaggio competitivo rispetto ad altri territori allora siamo solo stolti. Quindi, l'artigianato casertano si può rilanciare attraverso la creazione di consorzi (per quel che riguarda il settore alimentare, sulla falsariga del Consorzio della Mozzarella di Bufala), distretti artigianali (sul modello del Tarì di Marcianise ad esempio si possono insediare nelle A.s.i., Aree di Sviluppo Industriale, delle quali ce ne sono 16 oggi in Provincia, quasi tutte non ancora sature, distretti calzaturieri e tessili che difendano la nostra tradizione artigianale di qualità), attraverso la costituzione e finanziamento di corsi di apprendistato e formazione artigianale per studenti diplomati che vogliano inserirsi nel mondo del lavoro piuttosto che intraprendere la carriera universitaria, incentivi fiscali e contributi sugli investimenti iniziali di nuove attività imprenditoriali a matrice artigianale (es. piccolo laboratorio di oreficeria). La pesca in provincia di Caserta è assente a tutt'oggi, anch'essa fa parte del settore alimentare e quindi è riconducibile all'artigianato, quindi costruire strutture per l'attività della pesca e prima lavorazione artigianale del pesce a Mondragone o Castel Volturno sono opportunità da iniziare sfruttare in futuro. Per quel che riguarda il turismo, c'è poco da dire. Per le nostre bellezze naturali e artistiche facciamo invidia a tutto il mondo. Come mai non arrivano i turisti? E' semplice, l'informazione locale e nazionale da una brutta immagine della Campania all'estero. Migliorare l'immagine della Campania non dipende solo da me, ma da tutti noi cittadini campani . Il turista italiano e straniero spesso non viene in Campania perchè crede di essere sparato o derubato in strada, crede di ritrovarsi pieno di immondizia nelle strade dove andrebbe ad alloggiare, crede di essere trattato male dagli albergatori (ingannato economicamente). Questi episodi succedono raramente, non è così come i turisti pensano, problemi di sicurezza e di spazzatura ce ne abbiamo ma non sono così gravi da dover spaventare il turista. Basta dare una migliore immagine di noi al di fuori della Campania, far capire che l'informazione ingigantisce i problemi. A parte ciò, è ovvio che questi due problemi debbano essere risolti (immondizia) o combattuti (microcriminalità), quindi il destino del nostro turismo dipende principalmente da questi due fattori, perchè le strutture (alloggi, percorsi turistici, tour operator, trasporti) ci sono e sono abbastanza adeguate da consentire un maggiore afflusso di turisti. Per ciò che riguarda la criminalità organizzata, il nostro impegno deve essere mirato ad uno sviluppo dell'imprenditoria locale, piuttosto che all'attrazione di investimenti di capitali esteri o nazionali. I fondi strutturali dell'Unione europea non vanno dissipati come spesso è successo finora, per logiche di selezione dei progetti da finanziare clientelari. La base di imprenditoria locale oggi preferisce per ragioni sia economiche che di sicurezza trasferire le proprie produzioni nei paesi dell'est europeo (Romania, Bulgaria ..), quindi prima di invogliare imprenditori del Nord ad investire al Sud, dobbiamo creare le condizioni tali che facciano cessare quest'emorragia già interna alla nostra base imprenditoriale locale, che è più legata sentimentalmente al nostro territorio. Ciao Giovanni, in bocca al lupo per la tua ricerca di un lavoro. Adriano”.

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