Uno degli effetti negativi della dipendenza dallo smartphone. Il cyberbullismo

Riallacciandoci agli articoli precedenti dove si è parlato della dipendenza dei bambini dallo smartphone in generale e dai Social network, è doveroso evidenziare – a caratteri cubitali – uno degli effetti negativi e automatici che esso produce.
Stiamo parlando di una delle forme in cui si declina il bullismo e cioè il cyberbullismo che – a seguito dell’evolversi dell’era digitale e delle nuove generazioni cosiddette dei “nativi digitali” – si sostanzia nell’utilizzo di informazioni elettroniche e di dispositivi di comunicazione per molestare in qualche modo una persona o un gruppo.
La tecnologia è un’arma a doppio taglio perché se da un lato ha migliorato la vita delle persone, dall’altro lato provoca molti disastri; soprattutto quando i destinatari di questo bene irrinunciabile sono i soggetti più deboli, i bambini.
Infatti, gli smartphone permettono ai bulli di perseguitare le loro vittime con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite social network o pubblicati sui vari siti Internet. Ecco che il bullismo si trasforma in cyberbullismo che altro non è che un bullismo in rete.
Questo fenomeno agghiacciante deve essere un allarme sempre vivo in ognuno di noi perché nessuno può permettersi o di dimenticarlo o di sottovalutarlo. Non dobbiamo essere “spettatori, soggetti passivi o dormienti” ma dobbiamo essere, innanzitutto vigili e parlarne ai nostri figli, uomini del domani, affinché possano denunciare questi episodi.
Dal punto di vista normativo, manca a tutt’oggi una legge sul bullismo, epperò, il Legislatore, tre anni fa, ha introdotto una legge sul “bullismo online” e cioè il cyberbullismo.
Difatti, il Legislatore con la Legge n. 71 del 2017, ha individuato strumenti di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo. Il co. 2 dell’art. 1 della suddetta legge ci spiega in cosa consiste tale aberrante fenomeno: “per cyberbullismo si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.
Pur tuttavia, bisogna riconoscere con gioia che il Parlamento ha approvato una proposta di legge (A.C. 1524-A) volta a prevenire e contrastare il bullismo prevedendo altresì strumenti di repressione penale e una riforma delle misure coercitive di natura non penale applicabili dal Tribunale dei Minorenni ai minori che tengano condotte irregolari o aggressive, oltre, ovviamente, a porsi in continuità con la legge n. 71 del 2017.
Non ci rimane altro che aspettare il beneplacito del Senato affinché quella proposta sul bullismo diventi Legge definitiva.

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