Accadde oggi rubrica a cura di Angela Izzo

Il 15 maggio del 1990 il miliardario giapponese Saito si aggiudicò per la cifra-record di 82,5 milioni di dollari Il Ritratto del Doctor Gachet di Vincent van Gogh.  Il quadro che ritrae il dottor Gachet, medico omeopata, è una delle ultime opere di Van Gogh prima del suo suicidio, e a ragione può essere considerato uno degli esempi più significativi nella storia dell'arte di transfert psicanalitico. E' estremamente evidente quanto il pittore di origini olandesi abbia effettuato un profondo processo di identificazione con il suo medico curante, tanto da interpretare la richiesta di un ritratto da parte di quest'ultimo come una possibilità per autoritrarsi. L’ operazione di sdoppiamento, alla cui origine c'è un chiaro motivo di ordine psicopatologico, è resa più agevole dai numerosi punti in comune esistenti tra medico e paziente. È l’artista stesso che in una lettera alla sorella, dice: "Nel dottor Gachet ho trovato senz'altro un amico, e anche qualcosa come un fratello, talmente ci assomigliamo fisicamente e interiormente. Anche lui è molto nervoso e molto eccentrico". Van Gogh, inoltre, in un’altra lettera, indirizzata al collega ed amico Paul Gauguin,  riferisce che il triste volto del dottore è “l'espressione disillusa del nostro tempo”, la sua espressione nel periodo antecedente la sua scomparsa volontaria. Ritornando al proprietario del quadro ricordiamo che quest'ultimo è morto nel 1998 e, a quanto pare, avrebbe disposto nel testamento di essere cremato insieme alle cose più preziose che possedeva, tra le quali, appunto, il quadro di Van Gogh. Rimane il mistero se, l'opera sia andata effettivamente perduta, o sia ben protetta in qualche caveau.

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