Accadde oggi – Rubrica a cura di Angela Izzo

Il 20 maggio del 325 ebbe inizio concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico del mondo cristiano. Il concilio fu convocato e presieduto dall’imperatore Costantino I che nel 313 con il suo noto ‘Editto’”, decretò che la religione cristiana fosse a tutti gli effetti valida accanto alle forme di paganesimo già diffuse nella popolazione dell’impero. Grazie all’editto costantiniano si disponeva anche la restituzione dei beni alle comunità ecclesiastiche precedentemente confiscate dall’impero durante i periodi di persecuzione. L’imperatore sempre più preoccupato per le aspre dispute tra i cristiani convocò il concilio per dirimere le questioni che si erano poste ma soprattutto per far si che tali lotte non dessero vita ad un impulso disgregatore nella già difficile situazione dell’Impero. Costantino I in Illiria, a Naisso (l'odierna Nis, Albania) nell'anno 280 e morì a Nicomedia, nell'odierna Turchia, nel 337. Divenne imperatore per acclamazione nel 306; negli anni successivi dovette, però, lottare duramente per il suo trono ed in particolare va ricordata la grande battaglia sulla Via Flaminia al Ponte Milvio nel 312, quando Costantino I affrontò Massenzio suo cognato ; Costantino riportò una grande vittoria mentre Massenzio morì annegato nel Tevere. La leggenda vuole, che la vigilia della battaglia, Gesù apparve in sogno all’imperatore, chiedendogli di scrivere sugli scudi dei suoi soldati le prime due lettere del Suo nome (in greco XP); inoltre il giorno seguente Costantino I avrebbe visti stagliarsi contro il sole una croce e nel cielo la scritta: “In hoc signo vinces”. Da questi eventi che scaturì il famoso ‘editto di Costantino’ nell’anno successivo. Costantino I dopo essersi liberato di tutti i suoi rivali iniziò la ricostruzione della città di Bisanzio da lui stessa danneggiata. In suo onore fu ribattezzata Costantinopoli, dove l’imperatore pose la sede ufficiale dell’impero nel 330. Tra i meriti dell’imperatore va annoverato lo sforzo di unificare un impero vacillante, anche se di fatto la profonda spaccatura fra le tradizioni culturali e spirituali della parte bizantina e quella romana, era ormai insanabile. Diede ordine di coniare nuove monete d’oro (solidi), che rimasero la base di scambio fino alla fine dell’impero bizantino. Divise l’Impero in quattro prefetture; costituì con membri permanenti il nuovo consiglio della corona (sacrum consistorium); il Senato di Roma e quello di Bisanzio, vennero trasformati in semplici consigli cittadini; riorganizzò l’esercito di cui si proclamò comandante supremo. Promosse direttamente o indirettamente attraverso i suoi familiari, la costruzione di molti edifici sacri, che ancora oggi, nonostante le profonde trasformazioni, hanno conservato la denominazione di “costantiniano”.
Fra i più importanti: a Roma, la basilica del S. Salvatore (oggi S. Giovanni in Laterano); la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, fondata dalla madre s. Elena dopo il pellegrinaggio ai Luoghi Santi, voluto anche dal figlio; le primitive basiliche di S. Pietro e S. Paolo sulle tombe dei due Apostoli; la basilica di S. Lorenzo sulla via Tiburtina; la basilica di S. Agnese sulla Nomentana. A Costantinopoli la celebre basilica dei SS. Apostoli, in cui fece erigere la sua tomba, ai lati del sarcofago sorgevano dodici stele, commemorando ognuna un apostolo e ciò ha contribuito a promuovere in Oriente il culto di Costantino come “isapostolos”. Ed è in nome di una “Donazione di Costantino”, documento inviato dall’imperatore a papa s. Silvestro I (314-335) in cui si dà il conferimento al vescovo di Roma del primato su tutte le Chiese del mondo e della sovranità civile su Roma, l’Italia e l’Occidente, sorse nel Medioevo il potere temporale dei Papi.

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