Il Senato approva la Legge bavaglio
L’aula di Palazzo Madama si svuota in seguito all’approvazione del ddl sulle intercettazioni. I senatori del Pd, indignati, lasciano i banchi del voto e il luogo in cui la legalità dovrebbe essere difesa diventa illegittimo. Sarà presto legge di Stato, dunque, l’ulteriore manovra ad personam che consente l’utilizzo limitato delle intercettazioni e vieta la pubblicazione delle conversazioni telefoniche. Si passa alla Camera per concludere l’iter legislativo partito dal voto di fiducia del Senato costituendo un inceppo del sistema democratico da troppo tempo fatiscente. Il ministro Alfano ha dichiarato che l’approvazione della legge bavaglio sancisce <<l’esigenza di condurre indagini approfondite>>; da approfondire senz’altro tenendo gli italiani fuori dai circuiti informativi, risolvendo così il problema della privacy dei signorotti per vie legali che violano, contraddittoriamente, i principi costituzionali, in particolare la libertà di informazione a tutela e protezione dei dirigenti. Un vero e proprio intralcio alla giustizia e al lavoro dei magistrati a favore della corruzione, nonché un colpo alla libertà di stampa che prevede, inoltre, forti sanzioni pecuniarie a carico degli editori qualora non rispettassero la nuova norma. All’appello di Di Pietro di astenersi dalla firma, il capo dello Stato replica: «I professionisti della richiesta al Presidente della Repubblica di non firmare spesso parlano a vanvera. Per il resto non ho nulla da aggiungere». L’intento è chiaro: Pdl e Lega uniti per varare leggi ordinarie garantendo un graduale rinnovamento costituzionale. Nel frattempo, l’Idv incita i cittadini a ribellarsi e si prepara al referendum abrogativo per continuare a lottare contro l’ennesimo attacco alla stampa e alla Costituzione ingombrante per chi governa e chi getta l’Italia nell’interminabile fase "tagli&bavagli". Indetto per il 9 luglio lo sciopero generale.