Scoperta straordinaria: rinvenuti i resti di due uomini in fuga dall’eruzione del 79 d.C. a Pompei
Dopo l’ultima scoperta che abbiamo riportato in uno dei vari articoli di Dea Notizie, che riguardava il rinvenimento avvenuto negli Scavi archeologici di Ercolano di un cervello vetrificato, adesso è il turno di un’altra importante scoperta che questa volta ha come principale protagonista: gli Scavi archeologici di Pompei che ha restituito ai suoi appassionati e turisti i resti che a loro volta vengono definiti, dagli esperti, completamente intatti. Si tratta di una scoperta definita eccezionale e unica, perché questo consente di conoscere ancora ulteriori dettagli sulla storia di un’antica città, come quella di Pompei. Dalla foto che potete notare in alto, non è possibile non notare la loro conservazione ottimale che li rende vivi grazie alla loro postura e al drappeggio di un mantello che avvolge uno dei corpi in questione. In molti si saranno chiesti: Chi saranno mai questi “stranieri” provenienti dal passato? Grazie ad alcuni indizi è stato possibile capire ed intuire di chi si potrebbe trattare: innanzitutto sono due corpi di sesso maschile di cui uno è un quarantenne avvolto da un mantello caldo di lana, grazie al quale, il corpo, è rimasto in un ottimo stato di conservazione, e del suo schiavo che come è possibile notare dall’ossatura è evidente che sia segnato dalle fatiche della vita. Vi sono ancora moltissimi dubbi da sciogliere, ma i ricercatori ci assicurano che nei prossimi mesi grazie alle nuove tecnologie sarà possibile scoprire altri innumerevoli dettagli, come la direzione verso la quale erano diretti per salvarsi da quel disastro naturale e irripetibile oppure capire il loro ruolo sociale in base al posto in cui sono stati ritrovati. Massimo Osanna (Direttore generale dei Musei del Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo) ha affermato nelle varie dichiarazioni: “C’erano le condizioni ottimali per provare a ottenere il calco delle vittime, seguendo la tecnica messa a punto nel 1863 da Giuseppe Fiorelli. L’ultimo tentativo era stato fatto negli anni Novanta del Novecento, purtroppo senza grandi successi. Stavolta l’esperimento è pienamente riuscito. Ha funzionato anche per quello che i due portavano con sé, che si è rivelato essere un manufatto in lana, forse un altro mantello, forse una coperta”. La notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo subito dopo essere stata annunciata. Anche lo stesso Ministro Franceschini si è complimentato, fiero, di questa scoperta unica che rende ancora una volta l’Italia orgogliosa dei suoi siti storici e culturali e soprattutto dei suoi ricercatori e archeologi dato che questa ricerca è stata condotta nei mesi più duri della pandemia da Covid-19. Ci auguriamo che queste scoperte vengano ulteriormente sostenute e finanziate soprattutto in un periodo di crisi che ha travolto il mondo intero cambiando non solo la vita sociale, ma anche il modo di svolgere il proprio lavoro. Queste sono ritenute vitali, in primis perché questo permette alle nuove generazioni di conoscere ciò che è avvenuto in epoche passate. Infatti non possiamo conoscere il presente senza aver conosciuto il nostro passato e Pompei insieme ad Ercolano ci hanno dimostrato tutto questo.