Il segretario provinciale di Rifondazione, Panico, contro i tagli della Gelmini nella scuola

Cresce a vista d'occhio l'esercito di coloro, e sono tanti, sono contrari alla riforma della scuola voluta dal Ministro della Pubblica Istruzione che sta creando solo precari e disoccupati. Infatti, i precari casertani della scuola sono alle prese con la riforma scolastica voluta dal governo, i tagli della Ministra della Pubblica Istruzione cadono come una mannaia sulle teste dei lavoratori del comparto scolastico. “Gli esiti delle riforme del governo nel comparto della formazione” – ha affermato Pasquale PANICO, segretario provinciale di Rifondazione Comunista – “appaiono, alla resa dei conti, incredibilmente peggiori rispetto alle già deprimenti aspettative. La situazione attuale traccia un quadro fosco sul futuro del contesto scolastico, che investe la scuola dell’infanzia sino alla scuola secondaria di secondo grado. Le dotazioni organiche” – ha aggiunto – “risultano evidentemente insufficienti, per la prima l’organico di fatto non è stato per nulla potenziato, nonostante le pressanti richieste derivanti da esigenze evidenti: nessuna risorsa aggiuntiva è stata concessa; l’aumento del numero di alunni per classe non è per nulla compensato da un incremento di risorse sia in termini materiali che umani. Le proteste davanti al provveditorato di Caserta continuano” – ha tenuto a sottolineare Panico – “le varie sigle sindacali della scuola si dimenano per salvaguardare i propri iscritti; il problema è complesso ed è a 360°. Non si può applicare la logica del “si salvi chi può”, i precari devono essere solidali tra loro; chi di competenza deve assicurare il corretto svolgimento delle assegnazioni dei posti di personale non docente. Tutti hanno diritto di lavorare. I sindacati debbono lottare per questo, solo così possiamo dare voce a quei lavoratori che si sono visti letteralmente scippare il posto di lavoro da questo governo. Per la rinascita di una scuola pubblica che si fondi sulla qualità, che non ripristini antichi ed inadeguati modelli classisti e che della sicurezza, della crescita e dell’acculturazione di bambini e ragazzi” – ha concluso Panico – “e faccia davvero il perno di un sistema, non uno slogan contraddetto dai fatti”.

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