Destinazione pianeta rosso: si parte!!!
Con la missione “Mars 2020” è iniziata una nuova pagina dell’esplorazione spaziale. La missione della Nasa, partita lo scorso 30 luglio da Cape Canaveral e costata 2,4 miliardi di dollari, servirà a raccogliere campioni di suolo marziano per capire, sostanzialmente, se miliardi di anni fa il Pianeta Rosso avesse ospitato forme di vita. Marte è da sempre un pianeta “attenzionato”. Infatti, gli studi sulla sua struttura geologica, iniziati più di 20 anni fa, raccontano di come Marte avesse un aspetto ben diverso dal pianeta inospitale e freddo di adesso e diverse prove, anche fotografiche, raccolte dai rover Spirit e Curiosity inviati negli anni precedenti sul Pianeta rosso, hanno attestato la presenza di antiche tracce di acqua sul suo suolo e addirittura una scoperta tutta italiana del 2018 e poi proseguita negli anni successivi, ha individuato acqua liquida sotto i ghiacci del Polo sud marziano: molto probabilmente si tratta di un “sistema idrico” costituito da tre grandi laghi salmastri che si estende per diverse decine di chilometri.
E adesso tocca a Perseverance e al piccolo drone Ingenuity!
Il nuovo “ammartaggio” è avvenuto alle 21.56 dello scorso 18 febbraio nel cratere Jezero e permetterà al sofisticatissimo robot progettato e realizzato dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa (JPL) di studiare la superficie marziana e la sua geologia con sette strumenti dalle tecnologie avanzatissime. Il lavoro di Perseverance durerà un anno marziano (quasi 2 anni terrestri…per la precisione 687 giorni!) e sarà coadiuvato dall’elicottero Ingenuity che inizierà ad elaborare test dalla primavera del 2021. Non a caso è stato scelto il cratere Jezero per “lo sbarco” di Perseverance: gli studi indicano che con molta probabilità il profondo cratere, miliardi di anni fa, fosse un’oasi e che ospitasse un lago e un delta fluviale, dove ora sarebbe ancora possibile trovare sedimenti da analizzare e tracce di vita microbica. Insomma potrebbe essere Perseverance a darci finalmente la conferma dell’esistenza dei marziani?
Il rover inoltre, durante la sua permanenza, dovrà anche testare sistemi tecnologici avanzatissimi da utilizzare per le future esplorazioni umane: infatti tra le tecnologie che utilizzerà Perseverance, spicca il Moxie (Mars Oxygen In-situ Resource Utilization Experiment). Il Moxie permetterà di produrre ossigeno direttamente dalla CO2 e ciò diventa importantissimo anche in ottica futura perché gli astronauti potrebbero utilizzare questa tecnologia per la produzione di ossigeno da utilizzare come carburante dei razzi per tornare sulla Terra… Insomma, ci “aveva visto lungo” Grignani che nell’ormai lontano 1995 già cantava “Primo viaggio su Marte, siamo tutti nervosi, tra poco si parte…”.
Ma il compito principale di Perseverance sarà quello di raccogliere ed incapsulare rocce e altro materiale presente sul suolo del Pianeta rosso e che lascerà dietro di sé proseguendo “la sua passeggiata”. L’utilizzo di Perseverance fa parte di un progetto più ampio di Sample-return. La Nasa e l’ESA (European Space Agency) stanno studiando e progettando missioni per il recupero dei materiali-campioni incapsulati da Perseverance, anche grazie ad una tecnologia tutta italiana in via di sviluppo dell’Agenzia Leonardo e dell’Agenzia Spaziale Italiana. La raccolta dovrebbe avvenire alla fine di questo decennio (…eh sì, non c’è da meravigliarsi, sono tempi lunghi quelli spaziali!) grazie ad altro piccolo rover che ripercorrerà il tragitto fatto da Perseverance raccogliendo il materiale incapsulato. Successivamente questo rover di raccolta, sarà poi messo in orbita intorno a Marte e recuperato da una sonda per essere trasportato sulla Terra e finalmente analizzato.
Diverso il compito del drone Ingenuity. Il piccolo velivolo ultraleggero (Ingenuity ha un peso di 1,8 Kg sulla Terra e 0,68 su Marte) dovrà alzarsi in volo nel cratere Jezero dove è stato posizionato da Perseverance dopo l’ammartaggio, e lo dovrà fare autonomamente, senza ricevere comandi dalla Terra e non avrà particolari finalità scientifiche se non quella di dimostrare che su Marte si può volare seppur in un’atmosfera di densità molto rarefatta rispetto a quella terrestre per la bassa gravità del Pianeta. Il piccolo elicottero volerà fino a cinque metri di altezza e per una distanza massima di trecento metri. Ogni volo durerà fino a un minuto e mezzo e secondo la Nasa “non male se si pensa che il primo volo di un elicottero sulla Terra, avvenuto oltre un secolo fa, durò solo 12 secondi”. Ingenuity avrà 30 giorni marziani per avviare la prova del suo primo volo a cui ne seguiranno altre quattro, ma la Nasa e il JPL considerano la missione già un successo se il drone si alzerà in volo anche una sola volta.
Insomma dobbiamo aver pazienza, come già scritto, i tempi spaziali sono lunghi assai. Probabilmente, presto (ma non prestissimo!) grazie a queste sofisticatissime tecnologie, sapremo se su Marte c’è stata vita, anche prima di quella nata sulla nostra Terra.
Ma seppur amanti della scienza, del progresso e delle tecnologie sempre più sofisticate, tutto questo ci toglie un po’ “di poesia” e immaginazione perché in fondo ci piace credere che su altro Pianeta, e su Marte in particolare, ci siano i Marziani, piccoli omini verdi pacifici, che da sempre ci osservano da lontano…