Elodie al Festival di Sanremo 2021: “Essere all’altezza non è un problema, ma un punto di vista”

Una delle più grandi rivelazioni della settantunesima edizione del festival della canzone italiana di Sanremo è stata indubbiamente la cantante che da pochi anni a questa parte è riuscita a conquistare il pubblico italiano: Elodie. Oltre alla sua performance nel ballo che ha attirato l’attenzione di gran parte del pubblico sanremese, ha colpito in particolare il monologo che la stessa interprete ha pronunciato nel corso della seconda serata del festival. Di seguito sono riportate le parti più salienti di questo sfogo che Elodie ha voluto fare raccontando e svelando parte della sua vita e della sua storia:
“Sono Elodie e per parlare davanti a voi questa sera ho dovuto abbattere un muro perché quando Amadeus mi ha chiesto di raccontare qualcosa di me mi sono spaventata. Parlare in pubblico non mi ha mai messo molto a mio agio, però poi ho riflettuto sul fatto che tutte le volte che sono riuscita ad abbattere un muro sono successe delle cose molto belle nella mia vita. Proprio per questo ho deciso di darmi una possibilità e raccontarvi un pezzo di me: io vengo da un quartiere popolare di Roma, da un contesto di borgata, una realtà onesta e crudele, ma anche straordinaria dove ci sono persone giustamente demoralizzate e arrabbiate. Io ero una di quelle. Il mio quartiere mi ha dato tanto e mi ha tolto tanto e non parlo solo delle privazioni materiali come non avere l’acqua calda, non arrivare a fine mese o non riuscire a pagare le bollette, ma parlo anche della forza di sognare e del coraggio. Io ho sempre voluto fare questo mestiere sin da bambina però mi sembrava un sogno troppo grande rispetto ad una bambina così piccola come me. Non mi sentivo all’altezza, non mi piaceva la mia voce e soprattutto mi accorsi che non avevo gli strumenti. Tante volte non mi sono data una possibilità, non ho finito il liceo, non ho preso il diploma, non ho preso la patente e non ho studiato canto, ho sbagliato lo so però è difficile in certi contesti riuscire a focalizzarsi su quello che vuoi essere da grande. Se nasci in certi contesti devi lavorare più degli altri per ottenere quello che dovresti già avere e quindi lavori più per sopravvivere ed è difficile mettere a fuoco il tuo sogno e puntare su te stesso. Io ve lo dico molto onestamente, a vent’anni avevo deciso che per me la musica era già finita e non cantavo da nessuna parte, neanche più sotto la doccia perché mi sembrava troppo anche quello quindi avevo deciso di non fare più niente; però sono stata molto fortunata perché è successa una cosa molto bella nella mia vita, ho fatto un incontro fortunatissimo avendo conosciuto un musicista e un pianista jazz e ovviamente non mi sentivo all’altezza neanche del jazz perché era troppo elegante per me ed era troppo alto e troppo raffinato. Pensavo fosse snob invece al jazz non interessava da dove arrivassi perché il pregiudizio è degli esseri umani ed io sono stata la prima ad avere un pregiudizio su me stessa. Quello che mi ha insegnato la vita e la musica e che non bisogna sempre sentirsi all’altezza delle cose, l’importante è farle poi tutto si aggiusta in corsa. Probabilmente non sono all’altezza di questo palco, non sono all’altezza dell’ orchestra e non sono all’altezza di tutta questa attenzione, ma essere all’altezza non è più un mio problema perché l’altezza è un punto di vista e non è un problema”.

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