Affinità della dipendenza affettiva con la tossicomania

Recenti studi hanno dimostrato alcune omologie tra l’uso di sostanze psicotrope e la dipendenza affettiva. Il Vocabolario Treccani, alla voce “euforia”, scrive “sensazione di benessere dipendente da una buona condizione psicofisica o conseguente all’assunzione di droghe, alcol e sim.” (http://www.treccani.it/vocabolario/euforia_(Sinonimi-e-Contrari)/): l’innamoramento, senza ombra di dubbio, può essere considerato uno stato psicofisico ottimale e l’accostamento anomalo con la condizione patologica successiva ne evidenzia l’omologia. Con la parola inglese “craving” si designa un fenomeno psichico, una “voglia”, un impulso verso una sostanza psicoattiva, o un desiderio verso la persona amata. Anche la sindrome da crisi d’astinenza presenta analogie sintomatiche ad entrambe le situazioni: narcolessia diurna, agripnia notturna, talora inappetenza, talvolta voracità, prostrazione psichica, stati di agitazione. Le tecniche di “functional neuroimaging” permettono lo studio delle trasformazioni chimiche del cervello riguardo il lavoro delle aree encefaliche e alcune attività relative al cervello stesso: il tratto dopaminergico-mesolimbico, costituente cardine del sistema di ricompensa, si innesca nelle medesime situazioni. Pur essendo al corrente che le sostanze stupefacenti e i partner aggressivi sono nocivi, pericolosi e potenzialmente letali, i “dipendenti” ritengono moralmente “scusabili” gli effetti e, pertanto, il rapporto di subordinazione continua inesorabile.

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