Antonella Ricciardi intervista Anna K. Valerio
"Le librette di controra": è questa l'atipica e simbolica definizione di una collana di recente apparizione in seno alle storiche edizioni di Ar di Franco Giorgio Freda. Dedicate alla letteratura erotica, le tematiche di questi libri hanno soprattutto l'intento di svelare un modo di vivere e concepire la sensualità ed il sesso in maniera lieta, fantasiosa, e connaturata di "leggerezza" gentile, quali libere creazioni umane, ispirandosi per diversi versi al mondo pagano ed all'antichità classica. Nell'intervista che segue, Anna K. Valerio, friulana, nata nel 1979 e madre di due figli, esprime i principali propositi di questa collana, della quale è direttrice. Filologa classica, studiosa attenta ed appassionata del filosofo tedesco Friedrich Nietzische, Anna K. Valerio sottolinea tra l'altro la differenza tra la sua idea di erotismo e quella, tipica ad esempio della siciliana Melissa P. (autrice del famoso "Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire"), a suo avviso triste, intrisa di rimorsi e di morbosità, che riproduce lo stesso moralismo asfittico che afferma di voler contrastare, nella quale quelle che vengono definite trasgressioni generano continui pentimenti, in una spirale non esattamente stimolante. Anna K. Valerio è anche scrittrice: della sua produzione, in questa sede, conviene ricordare in particolare un agile volumetto dedicato proprio a questo argomento: "Contro la P. Melissa, Elogio e invettiva" (Edizioni di Ar, Collana Le librette di controra, 2005).
1) Lei cura la collana "Le librette di controra" per le Edizioni di Ar: si tratta di una serie di volumi dedicati tematicamente ad una certa idea dell'erotismo, svincolata da sovrastrutture morbose, da stati d'animo intrisi di sensi di colpa…: può indicare più in dettaglio quale sia la concezione del mondo dell'eros che propone questa serie di testi?
L’ho spesso definita “la gaia erotica”. Eros restituito al suo rango di divinità, dimentico delle angosce morali in cui macera il bipede del ventunesimo secolo, ignaro di quel morboso ésprit de finesse che dà la nevrosi e, insieme, la sua consacrazione: la psicanalisi. Eros reintegrato nella sua qualità di fanciullo: tutto peripezie e guizzi, tutto finezze (le finezze che sono sfumature di stile), tutto nuances, tutto scherzi. Un nume potente, tripudiante, audacia e furore, che tuttavia scuote i boccoli in imprevisti sorrisi e capricci aggraziati. L’unica posa in grado di scandalizzarlo e di frenarne l’audacia è il sentimentalismo, negazione della carne.
2) La definizione "Librette di controra" è senz'altro piuttosto sui generis: può spiegare in particolare cosa s'intenda con questa espressione, perchè sia stata scelta?
E’ uno dei soliti colpi di genio linguistici dell’Editore, capace di divertirsi a intrecciare i suoni e i significati con rara fantasia. La controra è quel momento, caro soprattutto alle regioni australi d’Italia, in cui la frenesia lavorativa si arresta, il rumore tace, gli animi e i corpi si distendono. E’ il tempo che segue al pranzo e declina, per farsi poi riprendere dal tumulto faustiano, intorno alle quattro, alle cinque del pomeriggio. Un’ora di sospensione, di estasi: l’hora lasciva da votare alle cerimonie dei sensi.
3) C'è stata una circostanza in particolare che ha fatto partire il piano di questa nuova serie tematica? In particolare, mi riferisco al libro "Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire" della P. Melissa, contro la cui immagine del sesso lei ha dedicato anche un pamphlet…
A dire il vero il libro di Melissa P. è stato una semplice concausa. Proprio nei mesi in cui scoppiava il caso della disinibita e mesta fanciulla sicula, io mi trovavo il gusto vellicato da tutt’altre storie, da tutt’altri intrecci e avventure: dalle novelle squisite di Fiammetta Oselladori. Mi pareva che non si convenise, da parte mia, l’egoismo di tenere per me e per pochi intimi tanta grazia letteraria e sensuale. Così cominciammo ad articolare una collezione ad hoc.
4) Per sommi capi, può riassumere, almeno in parte, il tipo di storie e di ambientazioni dei libri compresi in tale collana, almeno riguardo quelli più significativi a suo avviso?
Si va dalle novelle che ho appena evocato, di intonazione boccaccesca (ma un Boccaccio che parla la lingua di questo tempo), ai classici come “Lucio o l’asino”, al romanzo di sapore iniziatico “Kàma-Loka”, a un’operetta immorale come “L’oscura meraviglia. Dialogo con un libertino”, alla fantasmagoria terragna “Vento di terra”, alle epopee di amore e guerra “La cosacca del barone von Ungern” e l’impeccabile “Un amore in guerra”, agli esercizi lirici.
5) I testi delle Librette di controra si integrano in modo particolare nel più generale contesto dei libri editi dalle Edizioni di Ar di Franco Freda? E se sì, per quali aspetti, quale può essere, insomma, il filo conduttore?
Le librette di controra prolungano il senso del mondo espresso dalle Edizioni di Ar nelle riserve della caccia amorosa. Antimoderne, nel loro sprezzare le pose del tempo, antidemocratiche, nel celebrare il privilegio del vizio, antiumanistiche, nell’anteporre i sensi e i simboli al sentimentalismo. Cantano il compimento della volontà nella voluttà.
6) Ritiene si possa affermare che la sensualità espressa nelle Librette di Controra si rifaccia per alcuni aspetti al mondo pagano, e se sì da quali punti di vista?
Certo. Nietzsche sosteneva che pagano è “il grande sì” detto alla vita. Ebbene, le librette non si stancano di ripeterlo: sì, sì, sì…
Antonella Ricciardi, 26 aprile 2007