Wall Street – Il Denaro non dorme mai

Gordon Gekko è tornato e tutti tremano. Tranne i tanti studenti di economia o gli economisti seduti di fianco a me nella sala cinematografica che se la ridono emozionati dal ritorno cinematografico del simbolo dalla speculazione selvaggia degli anni80. Dopo Easton Ellis pure Stone richiama in servizio Gekko. Lo avevamo lasciato nel 1987  imbrillantinato e belloccio nell‘America di Ronald Reagan come protagonista di una società rampante pullulante di dandy dai capelli cotonati e dai  telefonini giganti. Ora lo ritroviamo(in forma smagliante nonostante la malattia dichiarata) dopo essere stato in carcere per anni condannato per insider trading( diversamente dall’Italia dove chi compie reati finanziari potrebbe anche non finire in carcere, ma cavarsela con una semplice multa). Non è un caso nè che il film sia uscito in un clima di speculazione finanziaria in Europa, nè che il ritorno dello squalo di Wall street  avvenga nel2008, nel pieno della bolla speculativa immobiliare e della bancarotta delle società legate al credito. Le stesse bolle che inizialmente appaiono nella riflessione sulla bolla più grande della storia: quella del periodo Cambriano che ha generato la vita sulla terra e poi  si trascinano per tutto il film. Saranno forse metafora di sentimenti e le tecnologie sono come bolle di sapone destinate a scoppiare? come la parabola dei tulipani olandesi del 1600 quando un bulbo valeva quanto una casa. Dopo 23 anni tante cose sono cambiate, lui è invecchiato  e anche se è cerchiato da piranha della finanza è ancora assetato di competitività e potere. Internet è padrone assoluto insieme ai nuovi mezzi di comunicazione che contribuiscono ad amplificare voci di corridoio e a mettere nei guai anche i leoni più feroci di Wall street ,sembrano essere il tallone di Achille di un sistema apparentemente forte. Impegnato a promuovere il suo libro” L’avidità è buona?”, tenta di mettere in guardia l’economia americana dalla grande crisi ma nessuno gli crede,solo Jacob Moore, giovane professionista di Wall street che opera in borsa sotto la protezione di Louis Zabel e  che crede nell’energia verde ma sogna montagne di dollari. Attraverso Jacob, Gekko tenta riallacciare i legami con la figlia che per ironia della sorte è dedita a siti internet no profit liberal! Il regista di Platoon non ci fa mancare niente: dalle immagini del toro di Wall stret, l’opa ostile, l’inside trading e  i derivati, per non parlare dei meravigliosi ritratti di una New York in continuo fermento, scrigno di lusso e bellezza. Evidenti le polemiche al socialismo e alla morale americana nel caso dell’intervento statale per l’ultimo salvataggio delle banche. Oliver Stone sollecitato risponde: “Si pensava che il sistema dopo certe mortali batoste avrebbe corretto se stesso, ma è impossibile”. Un finale troppo zuccheroso per un film che ci ha affascinato per l’autentica ebbrezza di un male originale, ma si sa un sequel non potrà mai nè pareggiare, nè superare il successo precedente. Nel complesso  si conclude con un inevitabile lezione morale e questo ci basta per dargli un bel 7 più!

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