Oggi ricorre il 1° anniversario della nascita in Cielo dell’Eroe Pasquale Apicella
È trascorso un anno da quando Pasquale Apicella, Lino per i familiari, i colleghi, gli amici e i conoscenti, trovò la morte, improvvisa e cruenta, alle ore quattro di mattina di lunedì 27 aprile 2020, nell’adempimento del suo dovere di servitore dello Stato. Le prime luci dell’alba non erano ancora spuntate che quattro bosniaci, di etnia rom, del campo di Giugliano in Campania (NA) tentarono di mettere a segno un colpo in via Abate Minichini, non molto distante da Piazza Carlo III, cercando di forzare il bancomat dell’Istituto di Credit Agricole. Nell’esecuzione del criminale tentativo scattò l’allarme e la centrale operativa della Questura inviò, tempestivamente, sul posto due volanti. I malviventi erano ancora nelle vicinanze della Banca quando arrivò la prima pattuglia, quella del Commissariato di “San Carlo all’Arena” e a bordo di un’Audi 4 speronarono l’auto della Polizia e tentarono, poi, di dileguarsi, imboccando, contromano e a fari spenti, via Calata Capodichino. Dalla stessa strada sopraggiunse, per effettuare il provvidenziale e opportuno posto di blocco, la volante “Secondigliano 2” del Commissariato di Secondigliano, guidata dall’Agente Scelto Pasquale Apicella. L’impatto tra le due auto fu devastante: si accartocciarono completamente e il motore dell’auto della Polizia fu sbalzato sulla strada a diversi metri di distanza. Le condizioni fisiche di Apicella si palesarono subito molto gravi e i medici del 118 tentarono disperatamente di rianimarlo ma, non poterono che constatarne il decesso. L’altro poliziotto della pattuglia, l’Assistente Capo Salvatore Colucci, nell’impatto riportò, fortunatamente, ferite non gravi e, poco tempo dopo, venne dimesso dall’ospedale. Due dei quattro malviventi responsabili dell’impatto mortale, furono trasportati in ospedale ove furono medicati, interrogati e arrestati. Gli altri due del “commando” si dileguarono ma vennero arrestati successivamente e furono accusati di omicidio volontario, lesioni dolose, tentata rapina aggravata, tentato furto aggravato e ricettazione.
Chi era Pasquale Apicella e quali valori impersonava e lo sostenevano e lo confortavano nell’espletamento del suo servizio professionale e nella vita quotidiana e familiare? La risposta a tali interrogativi la troviamo nell’espressione di Giovanni Falcone che si era tatuata sulla schiena “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una sola volta”.
Pasquale (Lino) era nato il 13 aprile 1983 ed era entrato in Polizia nel dicembre 2014. Aveva frequentato il 112° Corso Allievi Agenti della Polizia di Stato alla Scuola di Trieste; successivamente era stato all’Ufficio del Personale della Questura di Milano e dal 2016 aveva lavorato al Commissariato di Trastevere (Roma). Dall’ottobre 2017 era a Napoli, prima al Commissariato di Scampia e dal dicembre 2019 al Commissariato di Secondigliano. Da sempre aveva desiderato di far parte della Squadra Mobile forte della competenza acquista e dell’esperienza maturata ed era sempre in “prima linea”.
Pasquale era sposato dal 4 maggio 2016 con Giuliana Ghidotti, casalinga di 32 anni, dalla quale aveva avuto un bambino, Thiago, di sei anni, da tempo in cura all’ospedale “Bambino Gesù” di Roma e una bambina di appena tre mesi, Cataleya, nata il 10 gennaio 2020. Viveva a Marano, città dell’hinterland partenopeo, con i suoceri, in attesa di trasferirsi, a maggio, dopo tre anni di lavori, nella nuova casa, realizzata con enormi sacrifici e di ciò ne è conferma il racconto fatto dalla moglie, 4 giugno 2020, al giornalista Saverio Tommasi “Lino procrastinava l’acquisto delle scarpe per risparmiare i soldi per l’armadietto del bagno”.
Le esequie, Funerali di Stato, furono celebrate nella Chiesa evangelica di via Schisa a Secondigliano e la moglie tenne, per tutto il tempo delle esequie, la bara abbracciata che era avvolta nel Tricolore. Soltanto un numero ristretto di familiari (per l’osservanza delle disposizioni emanate per l’emergenza da Coronavirus) poté partecipare alle esequie e tra le autorità presenti si registrarono la presenza del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, del Capo della Polizia Franco Gabrielli, del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, del Prefetto di Napoli Marco Valentini e del Questore di Napoli Alessandro Giuliano che, in un clima di densa commozione, rivolgendosi alla vedova Apicella affermò “Quando i tuoi figli saranno grandi racconta loro che Lino era un eroe e che il loro papà era felice perché aveva una famiglia che amava, una divisa che adorava, una professione che desiderava. Dì loro che il papà sognava di contribuire a rendere il mondo un po’ migliore” e nel concludere citò la frase di Giovanni Falcone, già riportata, che Lino si era fatto tatuare sulla schiena, in quanto “tanta era la passione per i nostri valori”. Non mancò il messaggio della “carne viva” della Polizia di Stato, letto da Marco Carato, collega e amico di Lino che tra la commozione generale affermò “Lino aveva un cuore grandissimo, era gentile, simpatico, altruista. Amava due cose più della sua vita: la famiglia, soprattutto i due splendidi figli, ed il suo lavoro da poliziotto. Fino all’ultimo ha lavorato con onore e dedizione e da cittadino italiano gli dico grazie; grazie di esserci sempre stato; grazie di aver reso le nostre vite più felici, soprattutto con quel tuo sorriso contagioso. Continua a starci vicino pure da lassù, sarai il nostro Angelo Custode. La vita può allontanarci ma l’amore per te e per la divisa continuerà sempre”. All’uscita del feretro dalla Chiesa, dopo le struggenti note del Silenzio, le sirene spiegate delle volanti salutarono per l’ultima volta Lino, che su una di quelle auto aveva scelto di tornare per difendere la sua terra. E su una di quelle volanti ha perso la vita.
Sergio Scalzo, segretario nazionale del Sindacato Italiano Appartenenti Polizia – SIAP – in merito alla tragica morte dell’agente Apicella dichiarò “Pasquale lo conosco da otto anni, dopo essere stato a Milano era tornato a Napoli, fermandosi per un breve arco di tempo a Roma, con un trasferimento straordinario. Era un agente che dimostrava amore per la Polizia di Stato, un poliziotto in gamba, aveva questo mestiere nel sangue. Non si è mai tirato indietro anche se era consapevole dei rischi che correva. Un bravo ragazzo, solare e pieno di vita”.
Non mancarono altri attestati e testimonianze di stima e apprezzamento per Lino e commovente e significativo fu il saluto militare fatto da alcune pantere della Polizia sotto la sua abitazione “Guarda sono colleghi di papà” disse un suo familiare al figlio più grande, Thiago, affacciato al balcone e il picchetto d’onore all’esterno della Questura da parte dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, in segno di completa adesione ai valori che animarono la sua vita.
Sabato 5 dicembre 2020, l’Associazione “Dea Sport Onlus” di Bellona, conferì
all’Agente Scelto della Polizia di Stato Pasquale Apicella
l’Attestato di Benemerenza alla Memoria per
Smisurato attaccamento al dovere