Urgenti restauri per la Chiesa Madre

La vetustà della Chiesa madre di Bellona suscita le preoccupazioni del parroco Don Antonio Iodice che, attraverso volantini distribuiti durante le Sacre Funzioni, si rivolge ai fedeli bellonesi invitandoli a contribuire con offerte volontarie. Ormai, si legge sul volantino, non è più possibile rinviare i lavori di manutenzione. Le opere che necessitano di un immediato intervento sono: la impermeabilizzazione delle cupole e la tinteggiatura interna. Infatti, volgendo lo sguardo all’interno del Sacro Luogo si notano infiltrazioni di acqua e le pareti, in particolare quelle della cupola centrale, ricoperte di umidità e salmastro che hanno danneggiato la tinteggiatura. Il costo necessario per l’intero restauro si aggira sui 50.000 Euro di cui 35.000 per l’impermeabilizzazione e 15.000 per la tinteggiatura interna. A partire dal corrente mese di febbraio, alcuni componenti il Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia dedicata a San Secondino, protettore di Bellona, unitamente ai componenti il Comitato festeggiamenti in onore della S. Patrona Maria SS di Gerusalemme, si recheranno presso le famiglie per raccogliere le offerte volontarie. “Siamo certi, riferisce il parroco Don Antonio Iodice, che i fedeli bellonesi, legati da un atavico amore verso la loro Chiesa Madre, faranno a gara nell’elargire le offerte per salvaguardare il Luogo dove generazioni di cittadini hanno ricevuto il Sacramento del Battesimo, quello del matrimonio e dove hanno esternato l’estremo saluto ai loro cari. E’ quindi doveroso partecipare, con volontarie offerte, al restauro dell’antico Tempio bellonese che custodisce mirabili statue di Santi come: S. Francesco d’Assisi, S. Antonio, S. Teresa, S. Secondino, S. Giuseppe,  S. Anna,  San Pio da Pietrelcina, il Sacro Cuore di Gesù  e Maria SS di Gerusalemme invocata da tutti nei momenti di pericolo come avvenne, conclude il Parroco, durante la II Guerra Mondiale e nelle paurose ore del terremoto del 1982 che lasciò notevoli tracce su tutte le residenze bellonesi”.

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