Gli italiani nella storia d’America (Seconda ed ultima parte)

Come accennato a conclusione della prima parte, gli italiani accettati nel continente nordamericano restano, per numero e peso, figure di primissimo piano, in ogni suo momento storico.
William Pacca, Governatore del Maryland, fu uno dei firmatari della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, il 2 agosto 1776. Proveniva da una nobile famiglia dell’Italia meridionale, cui aveva appartenuto anche il Cardinale Bartolomeo Pacca, che fu Arcivescovo di Napoli e di Benevento. Philip Mazzei è considerato uno dei “Padri della Patria”. Amico di Washington, di Jefferson e di Franklin, partecipò alla redazione della Costituzione della Virginia ed ispirò, con alcuni suoi scritti apparsi sul “Virginia Gazette”, una parte della Dichiarazione di Indipendenza. Durante la guerra contro l’Inghilterra, fu inviato in Europa per guadagnare simpatie alla causa americana. Scrisse numerose opere, confutando le calunnie diffuse dalla propaganda inglese sulla nazione statunitense. Quando morì, il Presidente Thomas Jefferson scrisse di lui: “Tutti lo stimavano e lo amavano in questo Paese”. Philip Mazzei era nato a Poggio a Caiano, presso Firenze.
Se durante le lotte per l’indipendenza (1775-1783), la battaglia per il possesso del Nord Ovest fu vinta dagli americani, il merito non è solo del leggendario Generale George Rogers Clark, ma anche di un semplice commerciante, divenuto poi uomo d’arme, il Colonnello Francis Vigo, che era nato nel 1747 a Mondovì, presso Torino, molto conosciuto e stimato presso le locali tribù indiane. Riuscì a convincerle alla neutralità, facendo mancare la loro alleanza agli inglesi. Clark si trovò così a godere di un’inaspettata superiorità. I meriti di Vigo furono riconosciuti dal Presidente Washington che, anche in seguito, utilizzò l’ex commerciante piemontese per missioni di pace presso i villaggi dei nativi.
A quei combattimenti parteciparono due nostri Reggimenti: il “3° Piemonte” (473 uomini) ed il “3° du Perche” (1064 uomini). Un tredicenne, Charles Jodeph De Angelis, si arruolò volontario nelle truppe di Washington e la famiglia Fonda (di origine italiana) volle essere protagonista con 49 dei suoi membri. Il Colonnello Riccardo Tagliaferro, nato in Italia, cadde nella Battaglia di Guilford Hall. Cosimo Medici, pittore ed avventuriero, comandò il leggendario corpo dei “Dragoni della Virginia”. Il Maggiore Rivaldi, fortificò Baltimora e Norfolk.
In tutte le guerre, che videro interessati gli Stati Uniti, spiccarono numerose le personalità degli italiani. In quella di Secessione, al comando delle truppe nordiste, quattro Generali di origine italiana, si coprirono di gloria. Uno di essi, Francesco Spinola, rimase ferito per due volte mentre guidava i suoi uomini, nell’assalto alla baionetta, durante la Battaglia di Happing Heights. I provenienti dalla nostra penisola, non furono pochi anche tra i Confederati (i sudisti). Nella sola “Brigata Europea di New Orleans”, se ne contarono più di 500. Formavano il corpo delle “Italian Guards”, comandato dal Maggiore Della Valle.
Nella Prima Guerra Mondiale, combatterono 89.662, tra italiani ed italo-americani. Il dieci per cento delle perdite fu costituito proprio da loro. Nella Seconda, il primo “marine” che ricevette la “Medal of Honor” (Medaglia d’Onore del Congresso), la più alta decorazione statunitense, fu John Basilone. Uno dei più famosi assi dell’aviazione militare (abbatté trenta aerei tedeschi) fu Salvatore Gentile. Il Maggiore A. Martini, che nello spazio di soli 15 minuti eliminò 22 apparecchi della Luftwaffe, sui cieli di Parigi, era un italiano, nato in Italia.
Anche, e soprattutto, per tali meriti, in molti hanno fondato numerose città e dato il loro nome ad altre. Antonio Tonti, con l’amico francese Antoine Laumet de La Mothe, Signore di Cadillac, creò, dal nulla e sul nulla, Detroit, che governò per dodici anni. Suo fratello Enrico, amministrò la Louisiana dal 1683 al 1703. Paolo Busti fondò Buffalo ed il già citato Bartolomeo Bertoldi, diede il suo nome a Fort Berthold, nell’Alto Missouri, così come Daniele De Lieto battezzò Duluth, nel Minnesota. Molti ebbero cariche pubbliche di eccezionale rilievo, come Geremia Basse che, nel 1600, fu nominato dal Re d’Inghilterra, Governatore del New Jersey. Nel 1624, Edoardo Pallavicino si recò in America, su incarico di Giacomo I, per “creare una nuova forma di Governo per la Virginia”. Il primo Ambasciatore degli Stati Uniti in Russia fu Francis Dana.
Il Generale Francesco Spinola, eroe della Guerra di Secessione, di cui si è già detto, entrò alla Camera dei Rappresentanti nel 1886. Un altro italiano, Anthony Caminetti fu eletto membro del Parlamento nel 1890, conseguendo un primato, nel 1913: il primo non americano ad essere chiamato ad un incarico governativo, in tempi che possono definirsi moderni. Caminetti fu anche Commissario per l’Emigrazione. Il Presidente J.F. Kennedy volle tra i suoi collaboratori Anthony Celebrezze (nato Antonio Giuseppe Cilibrizzi), designandolo al Ministero della Sanità. Confermato da Lindon B. Johnson, alla morte del suo predecessore, fu il primo non nato in suolo americano, a rivestire il ruolo di Capo Gabinetto
Negli ultimi novant’anni, la città di New York ha avuto ben quattro sindaci di origine italiana. Fiorello La Guardia, dal 1934 al 1945; Vincent Impellitteri, dal 1950 al 1953; Rudolph Giuliani da 1994 al 2001; Bill De Blasio attualmente in carica, dal gennaio 2014. Lo Stato di New York ha avuto come Governatore, Charles Poletti, che fu a capo del Governo Militare Alleato, durante l’occupazione del nostro Paese.
E l’infinita schiera di tutti coloro che, in tantissime discipline, hanno dato lustro ed onore alla cara Italia. Antonio Meucci, riconosciuto dal Congresso come l’inventore del telefono, Robert Gallo che ha contribuito ad importanti scoperte nella lotta contro l’AIDS, Franco Modigliani, naturalizzato americano e vincitore del Premio Nobel per l’Economia, nel 1985. Ed ancora, i sette fratelli Jacuzzi, nativi di Pordenone, sbarcati in California nel 1900, hanno nel corso degli anni creato un impero industriale nel campo degli elettrodomestici, fino al lancio, sul mercato mondiale, nel 1968, della famosissima vasca da idromassaggio, la “Jacuzzi”, ideata da Candido (Jacuzzi).
E che dire della più splendenti stelle del firmamento cinematografico e musicale statunitense? Rodolfo Valentino, Elisa Landi, Eduardo Cianelli, Jimmy Durante, Don Ameche, Frank Sinatra, Ernest Borgnine, Dean Martin (Dino Crocetti), Frank Capra, Francis Ford Coppola, Brian De Palma, Quentin Tarantino, Robert De Niro, Al Pacino, Leonardo di Caprio, Nicolas Cage (Coppola il nome del padre), John Travolta, Madonna (Louise Veronica Ciccone), Lady Gaga (Stefani Joanne Angelina Germanotta), e si potrebbe continuare, investendo il mondo dell’arte, dell’architettura, dello sport e … della malavita, contrastata, altresì, da uomini di legge eccezionali, come, uno fra tutti, il super poliziotto siciliano, naturalizzato americano, Joe Petrosino, nato e morto in Sicilia.
Se l’America è quella che è, con i suoi pregi ed i suoi difetti, con la sua grandezza e con tutti i suoi limiti, il merito, o la colpa, è anche degli italiani.

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