Abolite le Comunità Montane che saranno sostituite dalle unioni tra comuni
In questi ultimi tempi si è tanto parlato del futuro delle Comunità Montane, l’ex Presidente del Consiglio Generale della Comunità Montana del Matese Prof. Marco Fusco avverte che con il federalismo occorre cambiare marcia e introdurre un nuovo paradigma culturale. Con l’ultima legge finanziaria, che è legge dello Stato, sono state, di fatto, abolite le Comunità Montane. Tenerle in vita significa non aver capito quanto sta accadendo a livello nazionale. Col Federalismo municipale, afferma il Prof. Fusco, è giunto il colpo di grazia. Certo, ci sono posti di lavoro da salvaguardare, ma qui entra in gioco l’incapacità di una classe dirigente che continua a parlare di gestione delle risorse umane e non già di promozione delle risorse umane. Sembra un gioco di parole, ma, purtroppo, non lo è. Rappresentare gli interessi della comunità significa ricercare una maggiore sinergia per offrire risposte complesse a domande di tutela articolare. Con l’ultima legge finanziaria c’è l’obbligo di costituire unione di Comuni in sostituzione proprio delle comunità montane. Pensate la vicina regione Molise ha approvato nei giorni scorsi una legge ad hoc, per applicare le novità legislative della legge finanziaria. E dare forza ai piccoli comuni per una migliore governance. Tutti assieme dunque per fare sistema. Ma il fare sistema non è una prerogativa del mondo privato. I comuni si consorziano al Nord per una governance migliore e più efficace dei servizi. Noi questa partita dobbiamo vincerla. Non possiamo permetterci il lusso di rimanere indietro. Di continuare a fare battaglie solo per conservare privilegi e coltivare il proprio orticello. Per rendere veramente solidale il Federalismo, asserisce Marco Fusco, quel Federalismo di cui già parlava don Sturzo, occorre una nuova classe dirigente nel Meridione. L’occasione è data anche dalle prossime scadenze elettorali. In campo devono scendere giovani motivati. Il presidente della commissione Lavoro e Giustizia della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor. Giancarlo Maria Bregantini ha scritto un libro che di recente ho fatto presentare in una scuola del Molise, che farebbero bene a leggere i nostri bravi amministratori. “Per un’Italia reciprocamente solidale”, questo il titolo del libro che dà le soluzioni giuste per arrivare a promuovere la buona politica, quella che tutti attendono anche nel Matese. Il presidente Ciampi, prima, e Napolitano, poi, hanno ben colto questi aspetti avviando un viaggio nei comuni e nelle province, valorizzandone le specificità. Perché hanno individuato nella molteplicità e nelle differenze un elemento di unicità e unità del nostro Paese. Il percorso da compiere è ancora lungo e richiede un’opera di cambiamento culturale diffusa. Ma un’ idea e una narrazione dell’Italia del futuro deve prendere le mosse dai territori, dalle differenze e dalle sue disunità. Facendo diventare complementari le tante Italie che formano l’Italia.