Enzo Moscato a Caserta, omaggio di OfficinaTeatro ad Annibale Ruccello

Enzo Moscato finalmente a Caserta per uno straordinario omaggio ad Annibale Ruccello. Sta per arrivare l'evento più atteso dell'intera stagione teatrale di OfficinaTeatro a San Leucio: domenica 20 marzo, ore 19.00, sul palco di via degli Antichi Platani, in occasione del 25esimo anniversario della morte del giovane drammaturgo napoletano tragicamente scomparso nel 1986, Enzo Moscato porta in scena "Compleanno", testo scritto e diretto dallo stesso Moscato attorno al doppio tema dell'assenza e del delirio. "L'atteso appuntamento con Enzo Moscato chiude la sezione "Ad Annibale" con cui quest'anno Officina ha voluto rendere omaggio a Ruccello, grande ed indimenticabile maestro del teatro", anticipa Michele Pagano, direttore artistico dello spazio di via degli Antichi Platani. Il nome di Moscato nel cartellone di Officina è, inoltre, ancora una volta la positiva conferma che a Caserta esistono realtà teatrali e culturali che, sebbene indipendenti e dunque prive dei megafinanziamenti elargiti ad altri e altrove, riescono ad offrire cartelloni capaci di spaziare dalla sperimentazione di nuovi linguaggi ai grandi nomi del panorama nazionale ed internazionale. L'appuntamento di domenica 20 marzo con Enzo Moscato è certamente un evento da non perdere. Unica data, unico spettacolo. Fuori abbonamento. Necessaria la prenotazione (0823.363066).
Note su Moscato: Attore, autore e regista teatrale, Moscato è da più parti considerato il capofila della nuova drammaturgia napoletana; il suo percorso artistico ha unificato in un sol credo lingua e idioma di ieri e di oggi, traendone un linguaggio audace, aggressivo ed universale. Il Teatro di Moscato è un teatro fatto di poesia che incide il tessuto partenopeo in tutte le sue forme, dalle più semplici a quelle più complesse. Per il cinema ha lavorato in Morte di un matematico napoletano (1992) di Mario Martone, Libera (1993) di Pappi Corsicato, Il verificatore (1995) di Stefano Incerti e con Antonietta de Lillo in Racconti di Vittoria, Maruzzella episodio de I Vesuviani) e Il resto di niente (2004). E' apparso in due opere prime: Mater Natura (2005) e il Quijote (2006) di Mimmo Paladino.
Note di regia: Uno spazio alquanto disadorno eppur pomposo. Un tavolo, due sedie, forse tre, non si sa ancora. Sedie poste l'una di fronte all'altra e/o d'accanto. Comunque, nella posa di un intimo, forsennato colloquio. Il tavolo invece sembra essere in attesa di un holiday tra amici o un birthday-meeting tra comari cinguettanti. Sulla tovaglia, in numero contato, rose rosse finte con bottiglia di modesto spumante già stappato e una coppa di metallo ordinariamente opaco. Nei pressi della coppa, ma in un angoletto, sfiorato appena dalla luce, dardeggiano diademi di stagnola, orecchini spaiati, rossetti inaciditi. E poi, da qualche parte, in fantasmatica parata, incedono Ines, Bolero, Spinoza, i sorci, le matte, le gatte Rusinella, i mutanti, i maniaci, gli innesti, le ibride bebées-eprouvette, pirati, priori, scrittori, inquisitori, playbackiste, alligatori, razziatori di pistole, pronte ad essere suonate come sax una volta scartocciate da corbeilles d'intricate narrazioni. Materiale infiammabile, e si vede, proveniente da galassie papiriche-tufacee, rigorosamente made in Naples ovvero Babbilonia.
P.S.: Si sconsiglia pertanto l'uso di alcoolici o accensione di cerini durante la performance. E' pensabile che in scena ci pensi già Moscato.

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