Camera approva la legge sui piccoli comuni
La Camera dei Deputati, ha approvato la legge, promossa dagli Onorevoli Ermete Realacci del Partito Democratico e Maurizio Lupi del Popolo della Libertà, che introduce un ordinamento differenziato per le municipalità al di sotto dei cinquemila abitanti. A questo importante traguardo ha contribuito anche l’Associazione Matese 2.0., come ricorda il coordinatore di questo movimento Marco Fusco, che aveva sottoposto a diversi parlamentari la sua proposta di legge per salvare i piccoli comuni, accompagnata da centinaia e centinaia di firme raccolte con la petizione popolare portata a termine circa un anno fa. E’ veramente interessante mettere a confronto i due testi, ribatte Fusco, perché praticamente i relatori della proposta di legge appena licenziata da un ramo del Parlamento, non hanno fatto altro che riprodurre lo schema e l’articolato di legge da me proposto. Non solo. Sempre come coordinatore di Matese 2.0 avevo sottoposto all’attenzione di diversi parlamentari europei l’articolato della mia proposta di legge. Bene, a settembre dello scorso anno, sulla proposta di legge sui piccoli comuni, il Parlamento europeo ha votato una risoluzione per sollecitare i Paesi membri ad approvare una legge ad hoc “ per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni”. In breve, il testo adottato all’unanimità dall’assemblea di Montecitorio, atteso ora al vaglio del Senato, prevede incentivi e aiuti per la valorizzazione dei comuni con meno di cinquemila abitanti, agevolazioni fiscali, promozione della salvaguardia ambientale e paesaggistica, sostegno alla cultura e all’enogastronomia, semplificazione e amministrativa. Con questa legge c’è anche qualche spiraglio per il mantenimento dei servizi, in primo luogo quelli scolastici, ma anche quelli postali che anche nell’alto casertano sono sempre a rischio nuova riduzione. In contropartita ci potrà essere l’affidamento della gestione delle tesorerie comunali. Ora ci si augura che il Senato approvi sollecitamente il testo varato dalla Camera. Sarebbe opportuno, per il raggiungimento di tale obiettivo, che i sindaci dei piccoli comuni della nostra area si facessero portavoce di un appello ai gruppi parlamentari perché è fondamentale costruire un diverso meccanismo di finanza locale, che associ al contributo che lo Stato e le Regioni debbono comunque assicurare a queste istituzioni e comunità locali, anche forme di detassazione, di incentivazione e di tassazione locale. Tutto questo per evitare che la legge appena approvata si trasformi in una mozione dei buoni sentimenti. Approvando in via definitiva questa legge sui piccoli comuni, si traccerebbe la strada maestra per il futuro degli Enti di minore dimensione demografica. Si andrebbe verso l’applicazione del Federalismo fiscale e la definizione di un fondo di perequazione che contempli la caratteristica della montagna, con tutti i suoi differenziali di costo e i suoi handicap strutturali permanenti, così come vuole sia l’Uncem che l’Anci.