Inondazione di Caserta, città senza fiumi e mare: mancanza di manutenzione delle caditoie occluse
“La resistibile questione dell’inondazione a Caserta è un fatto sintomatico della banalità tragica delle cose”. È quanto ha affermato Pasquale Costagliola, presidente dell'Associazione ambientalista “Terra Nostra”, commentando i danni causati dal nubifragio di sabato scorso e che ha costretto il Sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio, a chiedere lo stato d'emergenza. “Sembra strano che una città senza corsi d’acqua, per un temporale estivo possa subire danni come Venezia con l’acqua alta. Eppure nella banale Caserta il segreto delle inondazioni è in massima parte nella occlusione sistematica delle caditoie. Un fatto vecchio ma che nessuna azienda del servizio di pulizia urbana ha mai considerato, pur essendo questo compito previsto nell’ambito delle prestazioni da effettuarsi per chi assume l’appalto del servizio. I contratti per la gestione della nettezza urbana sono molto costosi per gli utenti e prevedono prestazioni sinallagmatiche ben precise ma a Caserta” – ha aggiunto Costagliola – “la banalità delle cose prevale fornendo esca a situazioni eccezionali. Così possiamo permetterci il lusso delle inondazioni delle città di fiume senza avere fiumi, grazie ai tombini tappati dalla munnezza. Dopo i disastri piccoli o grandi scopriamo l’acqua calda o meglio le caditoie che impediscono il deflusso dell’acqua nelle fogne e magari quando i magazzini sono distrutti chiediamo il risarcimento dei danni che non arriveranno mai o se concessi saranno ridicoli (vedi il caso di parco degli Aranci a San Clemente). L’assurdo è di casa a Caserta” – sottolinea l'esponente ambientalista – “e non risale a questa neoamministrazione che ancora non si è insediata ma non si fermerà certo con essa. La responsabilità cade specificamente su quegli organi amministrativi di Palazzo Castropignano (chiaro riferimento ai cosiddetti colletti bianchi dell'ente) che hanno l’obbligo di controllare le attività delle società private concessionarie dei servizi pubblici. O quanto meno nei cittadini che non hanno a cuore la condizione del loro territorio e non denunciano i disservizi. Sullo stesso piano si pone l’incuria ed il dissesto del manto stradale che oltre a coadiuvare le inondazioni, promette sciagure più forti, come possibili voragini. In questo senso via Vico e dintorni è un luogo “privilegiato”. In particolare” – ha, infine, concluso Costagliola – “lo storico vicolo della Ratta dove l’asfalto si è incrinato ed assottigliato pericolosamente proprio sopra una delle zone storicamente cave di Caserta. I cunicoli ed i sotterranei potrebbero ben presto mostrare i loro anditi a qualche auto parcheggiata, risucchiandola nell’alveo. A quanto una bella performance di sprofondamento?”.