Crollo dei consumi, rincari e tasse, Confcommercio lancia l’allarme
Crollo verticale dei consumi, aumento delle cessazioni di attività, rincaro delle materie prime e delle utenze e niente ristori. Tutto il mondo del commercio e delle attività produttive lancia un grido di allarme. ‘Situazione drammatica, così si rischia il tracollo’. Dal settore alberghiero a quello della ristorazione passando per l’abbigliamento e le calzature, i servizi culturali e ricreativi, i trasporti. Non c’è ambito che non sia in crisi. Dicembre il mese più nero con una perdita di circa il cinquanta per cento del fatturato mentre il nuovo anno si è aperto con ulteriori incognite e – all’indomani dell’estensione dell’obbligo del super green pass – con ingenti difficoltà. ‘Le attività sono regolarmente aperte – spiega il presidente provinciale di Confcommercio Caserta, Lucio Sindaco – ma di fatto non ci sono clienti. Tra contagiati, persone in quarantena, cittadini spaventati che scelgono di rimanere a casa e famiglie in difficoltà economiche, le strade sono quasi deserte ormai e l’affluenza nei negozi ridotta al lumicino. Dinanzi ad un simile scenario le istituzioni non possono rimanere indifferenti. C’è bisogno di un intervento immediato. Per salvaguardare le imprese, la produttività e anche i posti di lavoro. Ben venga la proroga della Cassa integrazione e anche i sussidi per il comparto del turismo, che a breve dovrebbero essere al centro di un nuovo decreto ristori, ma senza dimenticare tutti gli altri settori in grave difficoltà. Sono necessari contributi in grado di sopperire alle ingenti perdite di fatturato registrate dal mondo del commercio. E ancora una proroga delle moratorie fiscali e crediti d’imposta dedicati’. Un appello che arriva all’indomani della pubblicazione dei dati del 2021 sul crollo dei consumi rilevati da Confcommercio su scala nazionale. Rispetto al 2019 il settore alberghiero ha perso il 34,8%, la ristorazione il 27,3%, i servizi culturali e ricreativi il 21,5%, i trasporti il 16%, l’abbigliamento e le calzature il 10,5%. ‘Quello dei pubblici esercizi è sicuramente uno dei settori più colpiti – denuncia Giuseppe Russo, presidente provinciale di Fipe Caserta e di Fipe Giovani Campania – basti pensare che l’affluenza è pari ad un quarto di quella registrata nello stesso periodo degli anni precedenti. Su questo dato hanno influito sicuramente anche le ordinanze spot e improvvise emanate durante il periodo natalizio e il clima di incertezza e confusione che regna tra i cittadini all’indomani delle nuove regole sulla certificazione verde. A fronte di tutto ciò ci saremmo aspettati un intervento deciso e tempestivo da parte delle istituzioni che invece fino ad ora non c’è stato. Forse dovremmo iniziare a pubblicare il bollettino quotidiano delle imprese che cessano l’attività perché ci si renda conto della gravità della situazione. Oltre ventimila imprese hanno infatti già chiuso i battenti e altrettante sono destinate alla stessa sorte nei prossimi mesi se non ci sarà un decisivo cambio di rotta’.